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Scappano dalla guerra per stabilirsi nelle Valli di Lanzo: la loro storia raccontata in un film

Durante l'assedio di Sarajevo negli anni '90 la famiglia arrivò nelle Valli

Scappano dalla guerra per stabilirsi nelle Valli di Lanzo: la loro storia raccontata in un film

Esce questo mese, si chiama "Il Respiro di Sarajevo" e racconta la straordinaria storia di Sanja e Zoran, una coppia che nel 1993 fugge e sopravvive all'assedio di Sarajevo, il più lungo assedio bellico della storia del XX secolo, per trovare rifugio in Italia, a Lanzo Torinese.

Il crowdfunding avviato sulla piattaforma "Produzioni dal basso" ha raccolto 4mila 170 euro, anche se la richiesta era di 10mila euro. Da parte sua, il Comune di Lanzo ha erogato un contributo di 250 euro assieme al Centro di Documentazione sulla Resistenza intitolato a Nicola Grosa.

Questo contributo darà diritto al Comune a essere menzionato quale co-produttore nei ringraziamenti previsti nei titoli di testa del film, a essere invitato alla première prevista a Torino in data da destinarsi e a essere omaggiato di copie di testi pubblicati sul tema.

Il documentario è a cura dell'Istoreto di Torino, che ha curato tutta la produzione, e ha ricevuto il patrocinio della città metropolitana di Torino, della Regione Piemonte e di Osservatorio Balcani Caucaso.

"A distanza di trent'anni da quegli eventi - scrive l'Istituto -, il documentario vuole ripercorrere la loro storia attraverso una narrazione corale frutto di una intensa campagna di interviste realizzate da Fabiana Antonioli (regista dei pluripremiati Finché morte non ci separi del 2008 e L’ultimo viaggio del Conte Rosso del 2016) e da Andrea D’Arrigo (responsabile dell’Archivio Istoreto), ma vuole anche raccontare il volto multiforme di Sarajevo, le sue aperture e le sue contraddizioni, la sua dignità, il suo respiro".

Ebbene, tra le interviste realizzate da Istoreto le più importanti del film riguardano proprio Sanja e Zoran, la coppia arrivata nelle Valli dopo la guerra. Così si spiega il grande impegno che Comune e centro Grosa hanno messo nel finanziamento e nella promozione del documentario.

Questa famiglia, esattamente come tante altre, si trovò a dover fuggire da quell'assedio durato ben quattro anni e che causò più di 12mila morti e 50mila feriti. Una catastrofe umanitaria generata dalla volontà della Repubblica serba di annettere tutti i territori abitati dai connazionali, anche al di fuori dei confini della Repubblica stabiliti ai tempi dell'ex Jugoslavia.

"I protagonisti sono orgogliosi - scrive l'Istoreto sul suo sito - del lavoro fin qui svolto e fiduciosamente partecipi della realizzazione, con i loro ricordi, il loro operato (come le foto che ogni fotoreporter ha messo a disposizione per la realizzazione, o i video che vennero filmati all'epoca da cittadini di Sarajevo sotto assedio). Stiamo preparando un viaggio di fine produzione per tornare insieme ai testimoni nella loro città, esattamente 30 anni dopo il loro arrivo in Italia".

Il link per la raccolta fondi è rintracciabile sul sito di Produzioni dal basso.

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