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18 Dicembre 2025 - 08:58
Alessandro Mammoliti tiene in braccio la piccola Sofia
La storia dell’emigrazione italiana in Australia parte da lontano. Nel 1770, in occasione della scoperta del nuovo continente da parte di James Cook, a bordo della nave inglese c’erano infatti due marinai di origine italiana e un altro italiano che poi si stabilì a Sydney. Quasi 250 anni dopo, più precisamente nel 2013, lo stesso percorso è stato compiuto da Alessandro Mammoliti di Ivrea, personaggio molto conosciuto nel panorama sportivo piemontese.

Alessandro Mammoliti impegnato sul ring di Sydney in uno dei suoi match da professionista
Pugile professionista, l’eporediese da alcuni anni aveva appeso i guantoni al chiodo dopo 5 match sostenuti da pro, ma una volta approdato in Australia è tornato a calcare il ring, disputando dal 2014 al 2019 altri 7 match, 4 dei quali vinti con pieno merito.

Alessandro Mammoliti con il pugile professionista australiano Johan Linde e il suo team
Quella di andare a vivere in Australia è stata una scelta di vita, con lo sport che ha accompagnato passo dopo passo questa nuova esperienza: “Nell’estate del 2009 sono stato per qualche mese in Spagna in estate e poi mi sono trasferito in Inghilterra, dove ho vissuto per 4 anni. Nel 2013 sono venuto in Australia per curiosità e spirito di avventura. Inizialmente intendevo stare qui per un anno, poi ho scelto di rimanere a studiare prendendo il diploma di Sport and Fitness e quello di Sport Management. Ho incontrato qui la mia compagna Katie Nelson, da cui ho avuto una splendida figlia, Sofia, ed ora l'Australia è il posto che chiamo casa. Mi trovo bene: Sydney è bellissima ma costosa, Adelaide più piccola e più facile da vivere. L'Australia offre opportunità che l'Italia non garantisce, a prescindere dall'eta di una persona”.

Il 41enne eporediese insieme alla compagna Katie Nelson ed alla loro splendida figlia Sofia
Sin da bambino la boxe ha scandito la vita di Alessandro Mammoliti: “Ho iniziato a praticare pugilato all’età di 15 anni alla Boxe Ivrea, ma sin da quando avevo 9 anni frequentavo la palestra, non come pugile, ma andavo a vedere gli allenamenti di mio fratello maggiore Ivano e gli incontri quando erano in zona insieme a mio papà Francesco. A 15 anni ho deciso di mollare il calcio e concentrarmi sul pugilato. La boxe per me è una grandissima passione e ho messo in essa gran parte delle mie energie e tempo. Purtroppo non sono mai riuscito ad arrivare ad altissimi livelli o per lo meno ai livelli che avrei desiderato. Ora invece faccio brazilian jiu jitsu, ma sono una causa persa. Imparo davvero lentamente, sono ancora una cintura bianca e ho la sensazione che rimarrò tale tutta la vita”.

Alessandro Mammoliti con il fratello Ivano e gli amici di sempre
Alessandro, oggi 41enne, è stato un pugile bello da vedere, con una boxe spumeggiante e sempre all’attacco, anche in virtù delle sue lunghe leve: “Da dilettante ho vinto i Campionati Interregionali venendo votato come miglior pugile della riunione e poi ho conquistato più volte la cintura piemontese dei Prima Serie: sono emozioni come mi porterò dietro per sempre. Mi sarebbe piaciuto però fare di più nel pugilato sia a livello dilettantistico che da professionista, magari disputando un titolo. Guardando indietro penso che avrei potuto fare meglio, è vero, ma la boxe è fatta di livelli ed io purtroppo non sono stato bravo abbastanza per arrivare a livelli un po’ più alti di quelli che ho raggiunto. Ci penso spesso, ancora oggi, visto che la boxe è stata una mia grandissima passione”.

Un giovanissimo Alessandro, con a fianco suo papà Francesco, hanno avuto l'onore di incontrare il campionissimo Nino Bevenuti
Facciamo di nuovo un passo indietro tornando a quelli che sono stati i suoi mentori: “I miei allenatori in Italia sono stati Fulvio Zanotti, il mio primo tecnico che mi ha insegnato il pugilato alla Boxe Ivrea, e Alessio Furlan, il mio maestro all'Accademia Pugilistica Canavesana con cui poi sono passato professionista, debuttando il 15 dicembre 2017 ad Ivrea contro l’esperto Salah Merrouchi, pugile con oltre 100 match disputati da dilettante. Ho anche frequentato per un breve periodo la Boxe Chivasso, venendo allenato da Nicola Costantino e Angelo Fabiano”.

Alessandro Mammoliti e gli ex pugili dilettanti Roberto Zucca Pol e Luca Enrico Solliat insieme al maestro Alessio Furlan
Il rapporto che lega Alessandro Mammoliti in particolare ad Alessio Furlan e Fulvio Zanotti è davvero qualcosa di unico: “Non li ho mai ringraziati abbastanza. Non ho mai vinto niente di importante da professionista per fare loro una dedica, ma guardandomi indietro capisco i sacrifici che hanno fatto e le ore spese per noi pugili. Sicuramente Alessio e Fulvio hanno avuto un grosso impatto nella mia vita, come atleta e soprattutto come uomo. Penso che il pugilato sia essenziale non tanto come sport fine a sé stesso, ma come educazione. Gli sport da combattimento in generale sono il mezzo migliore per l'autostima, un attributo essenziale nella vita perché evita tensioni, litigi e violenza. Frequento palestre da quando avevo 9 anni e sono fermamente convinto che la boxe e gli sport da combattimento siano importanti per l'educazione di un giovane”.

L'ex pugile professionista in visita alla New Ivrea Boxe dal suo primo allenatore Fulvio Zanotti
Simpatico, onesto, gentile, hard worker, affidabile e collaborativo: Alessandro Mammoliti lo si può descrivere tranquillamente con questi aggettivi, che fanno emergere da una parte il suo lato più scanzonato e dall’altra la sua figura autorevole: “Al momento lavoro per la polizia del South Australia come security officer e praticamente tutti i giorni mi ritaglio lo spazio per andare in palestra a praticare brazilian jiu jitsu o a fare pesi. Per il resto faccio il papà accompagnando Sofia all’asilo e aiutando Katie in casa. La domenica ci piace rilassarci andando in spiaggia per una camminata e un caffè, che non può mancare nemmeno qui in Australia”.

Uno scatto fotografico realizzato durante una piacevole camminata domenicale
Come tutti gli emigranti che si rispettino, l’eporediese ha nostalgia di casa ed è malinconico. “Con i miei genitori ormai anziani mi piacerebbe avere la possibilità di essere in Italia più frequentemente. Ultimamente torno ogni 2 anni: prima il Covid e poi i prezzi dei voli che sono saliti alle stelle hanno fatto sì che io non possa permettermi di venire in Italia ogni anno, anche perché quando lo faccio mi fermo almeno per un mese. Sono via dall’Italia da ben 18 anni, ma anche qui a Sydney ascolto sempre musica italiana che mi ricorda quando ero bambino o comunque più giovane, tipo 883, Articolo 31, Subsonica e molti pezzi house che mi ricordano i periodi quando andavo a ballare con gli amici e in occasione del Carnevale tiravo le arance in piazza Ottinetti con gli Arduini”.

Alessandro di fronte alla Sydney Opera House con la casacca degli Arduini
Alessandro Mammoliti è realista e da buon pugile conosce bene il contrasto tra il sentimento e la razionalità. La perfezione? Sembra la ricerca dell'Unicorno per lui: “La perfezione assoluta non esiste. Penso che la perfezione sia fare un qualcosa che ci interessa in una maniera al di sopra delle nostre aspettative, che quindi possiamo definire perfetta. Come tutti sogno di vincere la lotteria e riuscire a viaggiare un po’ di più. Per il resto non ho sogni particolari, se non il meglio per mia figlia e la mia compagna, trovare una routine per allenarmi e stare più tempo con la mia famiglia: amo i fine settimana insieme a Katie e Sofia”.
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