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TENNIS. Fognini avvisa la Svizzera, tutto è possibile

TENNIS. Fognini avvisa la Svizzera, tutto è possibile

Fabio Fognini

CUNEO - Nulla è impossibile. Dopo la vittoria contro Andy Murray, che ha riportato l'Italia nella semifinale di Coppa Davis a 16 anni dall'ultima apparizione, Fabio Fognini non pone limiti ai suoi traguardi e a quelli dell'Ital-tennis. "Con la vittoria di ieri ho trasformato certi insulti del passato in complimenti", dice il campione azzurro, che mette la Svizzera di Federer e Wawrinka - avversari di settembre - nel mirino: "In Coppa Davis - spiega - non c'è nulla di certo: ogni partita fa storia a sè e ogni risultato è possibile. Anche contro gli elvetici". Il giorno dopo il trionfo di Napoli, il tennista ligure è a Bra, nel Cuneese, tra i giovanissimi del trofeo Kinder + Sport. "E' bellissimo giocare con questi ragazzi", dice definendosi "stanco" ma "felicissimo". "Ho un cuginetto che fa le elementari - rivela - e anche lui gioca a tennis. Oggi mi sono divertito un sacco". Le domande dei giornalisti, però, puntano ancora tutte al 6-3 6-3 6-4 con cui a Napoli ha liquidato il 'top ten' britannico. "E' stata la partita più bella della mia vita", ammette il numero 13 del ranking mondiale. "Con la vittoria di ieri - sottolinea - ho trasformato certi insulti del passato in complimenti. E sono riuscito persino a non fare arrabbiare mio papà...", il suo primo tifoso e, proprio per questo motivo, anche il più critico. Nessun riferimento a Flavia Pennetta, per molti la sua nuova fiamma - "queste sono vicende che preferisco tenere per me" -, Fognini si dice contento soprattutto "per avere riportato il tennis sulle prime pagine dei giornali". "Speriamo che questo serva soprattutto per avvicinare a questo sport tanti giovani", aggiunge mentre firma autografi e scatta foto. I ragazzi del Tennis Club Math Ball di Bra lo hanno già eletto loro "nuovo eroe". "E' sempre bello stare in mezzo ai giovani", ripete l'azzurro. Dei programmi per il futuro e dei prossimi impegni non vuole sentire parlare. Almeno non ancora. "Ho bisogno - osserva - di riposare un po'". Ma quando gli si ricorda che a settembre l'Italia avrà di fronte niente meno che la Svizzera, si intravede il fuoco nei suoi occhi. "Dovevano stracciare il Kazakistan, eppure anno vinto solo 3-2 - conclude -. Abbiamo di fronte un gran lavoro da fare, ma nulla è impossibile". O per lo meno, non lo è più.
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