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Pianeta UISP
07 Luglio 2023 - 10:47
Molto spesso, quando sentiamo parlare di trauma, siamo portati a pensare alle conseguenze causate da un singolo evento: un incidente stradale, la morte improvvisa di una persona cara, la gestione di una calamità naturale, un abuso sessuale da parte di uno sconosciuto. Tuttavia una situazione traumatica può ripetersi anche più e più volte. E quando questa si verifica in età infantile, ecco che può compromettere lo sviluppo psicofisico del bambino, arrivando a influenzarne negativamente la vita da adulto. Non si tratta solo di traumi portati da condizioni esterne particolarmente estreme - pensiamo. per esempio, ai milioni di bambini che nel mondo, oggigiorno, si ritrovano ancora ad affrontare l’orrore della guerra - ma anche da abusi fisici e psicologici che ancora troppe volte si verificano all’interno delle famiglie. Le conseguenze sono molteplici: bassa autostima, depressione, o al contrario apatia, difficoltà nella gestione dei sentimenti, soprattutto se di origine negativa.
Come aiutare, quindi, i soggetti che sono stati vittime di questi continui traumi? In quale modo trattare coloro che hanno portano sulle spalle un background legato alla criminalità? Come affrontare i ricordi negativi e i flashback che possono verificarsi nella vita quotidiana? Queste - e altre - tematiche sono state affrontate in un training della durata di 3 giorni - in modalità online, dal 28 al 30 giugno - che ha visto il coinvolgimento di psicologi, sociologi, assistenti sociale e altri operatori del settore, coinvolti nel progetto TRUST, confrontarsi in merito alle diverse esperienze acquisite, scambiarsi consigli e buone pratiche, apprendere nuove tecniche di rilassamento per riportare al “qui e ora”.
TRUST, coordinato dall’associazione finlandese Silta Valmennus, si pone l’obiettivo di sviluppare un modello comune di riabilitazione su giovani emarginati con traumi complessi, che possono essere implementati in tutta Europa e incorporati in sistemi di riabilitazione già esistenti. Ma anche di aumentare l’autocomprensione dei giovani emarginati con questi background traumatici mitigandone i sintomi e comportamenti che danneggiano se stessi e gli altri.
I partecipanti al web training organizzato per il progetto internazionale TRUST, a cui ha partecipato anche l'associazione MeetLab guidata da Roberto Rinaldi
Tra i numerosi partner del progetto anche l’associazione MeetLab, una delle più giovani affiliate del Comitato UISP Ciriè Settimo Chivasso e ormai prossima a festeggiare i suoi 5 anni di attività. Nel suo breve periodo di vita - segnato anche da due anni di pandemia - MeetLab è già al suo secondo progetto europeo: il primo, che la vedeva in veste di capofila, è stato HOSPITALITY, mirato ad offrire alle persone con disabilità intellettiva la possibilità di partecipare ad attività fisiche incentrate sulla ginnastica dolce e il rilassamento, supportate da momenti di meditazione guidata.
“TRUST ha un approccio molto diverso rispetto al nostro precedente progetto, ma siamo pronti a metterci in gioco e fare del nostro meglio, anche grazie alle professionalità che abbiamo a disposizione. Lavorare con soggetti emarginati è piuttosto complesso, anche per una certa diffidenza iniziale. Occorre tempo per costruire un rapporto di fiducia, che anche da parte degli operatori sia libero da preconcetti. Chi è in galera o in regime di libertà vigilata ha commesso degli errori, ma non possiamo approcciarci in modo giudicante. Tutti hanno diritto a una seconda possibilità” ha spiegato il presidente di MeetLab Roberto Rinaldi.
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