Che bello rivedere il sorriso di Sara. Che bello rivedere la combattente capace di centrare la finali a Roma e Parigi, di giocare alla pari con le valchirie del circuito, di salire fino alla quinta posizione della classifica mondiale. Sul tennis c’è ancora da lavorare per tornare al top, ai livelli di un paio di anni fa, quando Sarita inanellava una vittoria dopo l’altra. Però contro piè veloce Ozaki, una giapponesina tutto pepe capace di saltare da un punto all’altro del campo incurante del caldo terrificante, si è rivista la Errani grintosa e determinata che entra in campo e dà tutta se stessa. Come è nel suo DNA. Non la copia sbiadita di qualche mese, quando a New York si arrese alla statunitense Rogers senza dire ne a ne ba: in campo non ne aveva più. Era triste, logora mentalmente e si vedeva. E’ stata necessaria una lunga pausa del tennis (ha chiuso il suo 2016 a fine settembre) e la decisione di cercare una nuova dimensione, in grado di darle quelle motivazioni che stagione dopo stagione diventano sempre più importanti. Ora è di nuovo lei. E ha fatto bene. Lo ha dimostrato superando oggi anche un malore dovuto al gran caldo di Melbourne. “Ero partita fortissimo, subito 3-0.Poi ha cominciato a girarmi la testa e avevo la nausea… Pian piano ne sono venuta fuori”, conferma. Ora sì che riconosciamo la Errani. Lo dimostrano le sue parole: “La voglia c’è, sto lavorando tanto. Certo ho qualche piccolo acciacco muscolare, ma ci sta avendo cambiato tutto, a partire dai metodi di allenamento. Me lo dicono anche i fisioterapisti”. Dopo il sofferto addio a Pablo Lozano (14 anni di percorso comune), la Errani ha deciso di lasciare la Spagna (“un capitolo chiuso per adesso”, sottolinea) avvicinandosi agli affetti: è tornata ad allenarsi nella sua Romagna con lo staff di Michele Montalbini, il tecnico che l’aveva seguita dagli 8 ai 15 anni. Il nuovo team fa base al Ct Villa Bolis di Barbiano di Cotignola, provincia di Ravenna. Più casa di così… Un ritorno alle origini dopo aver provato qualcosa di diverso con Wim Fissette, ex coach della Cllijsters e della Azarenka, ora con la Konta. Tre settimane di lavoro a Tirrenia, poi non è stato trovato un accordo e amici come prima. “In tutti questi annisono sempre stata focalizzata sul tennis 24 ore su 24. Anche fuori dal campo, monitoravo tutto: punti, classifiche, avversarie. Ora sento di aver bisogno di altro. Voglio separare il tennis da quello che è il resto della mia vita”. Giusto così: Sara ha 30 anni, dopo tutti i risultati che ha avuto, vuole vivere la vita in modo diverso, senza ansia, senza la pressione di dimostrare per forza qualcosa. Però un bel bis giovedì contro la Makarova, che ha battuto proprio qui a Melbourne nel 2010, sarebbe gradito. Giusto per ricordare a tutti che Sarita qui, nello Slam down under, ha raggiunto i quarti nel 2012. Scusate se è poco.
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