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TORINO. Tav: maxiprocesso; consigliere No Tav, subimmo furto democrazia

TORINO. Tav: maxiprocesso; consigliere No Tav, subimmo furto democrazia

La mattina del 27 giugno 2011, quando le forze dell'ordine sgomberarono il grande presidio dei No Tav alla Maddalena di Chiomonte, in Valle di Susa, "sapevamo di avere subito un furto di democrazia". E' quanto ha dichiarato Guido Fissore, consigliere comunale a Villarfocchiardo, uno dei 53 attivisti No Tav imputati al maxi processo di Torino, nel corso di una breve dichiarazione spontanea: "Eravamo lì per difendere la nostra terra da un'azione magari benedetta dalla legge ma profondamente ingiusta.

Il presidio venne sgomberato per fare posto ai lavori per il tunnel preliminare della ferrovia Torino-Lione. "Ma l'apertura del cantiere - ha spiegato Fissore - era illegale perché non esisteva il progetto esecutivo e, comunque, l'area prevista non coincideva con il terreno da noi occupato. Sapevamo di avere diritto a essere lì perché autorizzati dal Comune di Chiomonte a occupare l'area della Maddalena fino al 4 di luglio, avendo presentato regolare domanda e pagato la somma richiesta".

Fissore compare fra gli imputati perché da dietro una cancellata, con una stampella che in quel periodo adoperava per aiutarsi a camminare, disturbò le forze dell'ordine che appoggiavano l'azione di un bulldozer. "Una forma di resistenza passiva - ha sottolineato - in linea con quanto si era deciso la sera precedente".

, in Valle di Susa, "sapevamo di avere subito un furto di democrazia". E' quanto ha dichiarato Guido Fissore, consigliere comunale a Villarfocchiardo, uno dei 53 attivisti No Tav imputati al maxi processo di Torino, nel corso di una breve dichiarazione spontanea: "Eravamo lì per difendere la nostra terra da un'azione magari benedetta dalla legge ma profondamente ingiusta.

Il presidio venne sgomberato per fare posto ai lavori per il tunnel preliminare della ferrovia Torino-Lione. "Ma l'apertura del cantiere - ha spiegato Fissore - era illegale perché non esisteva il progetto esecutivo e, comunque, l'area prevista non coincideva con il terreno da noi occupato. Sapevamo di avere diritto a essere lì perché autorizzati dal Comune di Chiomonte a occupare l'area della Maddalena fino al 4 di luglio, avendo presentato regolare domanda e pagato la somma richiesta".

Fissore compare fra gli imputati perché da dietro una cancellata, con una stampella che in quel periodo adoperava per aiutarsi a camminare, disturbò le forze dell'ordine che appoggiavano l'azione di un bulldozer. "Una forma di resistenza passiva - ha sottolineato - in linea con quanto si era deciso la sera precedente".

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