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Torino dona autobus a Kharkiv: la promessa di Lorusso diventa realtà

Dalla flotta GTT partono i primi cinque mezzi destinati all’Ucraina, con ricambi e tecnici al seguito. Un gesto di solidarietà concreta che segna l’inizio di un progetto più ampio: entro il 2026 potrebbero arrivare fino a 50 autobus, con il coinvolgimento di altre città italiane

Torino dona autobus a Kharkiv: la promessa di Lorusso diventa realtà

Torino dona autobus a Kharkiv: la promessa di Lorusso diventa realtà

Un incontro, una promessa e oggi un gesto concreto. Così il sindaco di Torino, Stefano Lorusso, racconta il percorso che ha portato alla partenza dei primi autobus torinesi destinati a Kharkiv, città ucraina devastata dai bombardamenti russi che hanno reso inutilizzabile gran parte del trasporto pubblico locale.

Tutto nasce mesi fa, quando Lorusso incontra il collega Ihor Terekhov, primo cittadino di Kharkiv. In quell’occasione, Terekhov descrive la drammatica condizione della sua città, privata dei collegamenti essenziali che garantivano la vita quotidiana dei cittadini. Strade interrotte, linee distrutte, depositi colpiti dalle bombe: un sistema paralizzato, simbolo della violenza della guerra. Lorusso non resta indifferente. Promette un aiuto tangibile. Poche settimane dopo, in visita a Kiev, il sindaco torinese tocca con mano i segni della devastazione, ma anche la straordinaria resilienza di un popolo che resiste ai confini dell’Europa.

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Oggi quella promessa si traduce in azione: da Torino partono i primi cinque autobus GTT, mezzi non più in servizio che sarebbero stati destinati alla dismissione ma che ora trovano nuova vita in Ucraina. Non si tratta soltanto di veicoli: insieme viaggiano ricambi per la manutenzione ordinaria e straordinaria e soprattutto un gruppo di tecnici specializzati, pronti a trasferire competenze e a formare il personale locale. È un passaggio di conoscenze oltre che di mezzi, un gesto che tiene insieme logistica, solidarietà e professionalità.

Questa operazione è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Ambasciata d’Ucraina in Italia, dell’Ambasciata d’Italia a Kiev, e soprattutto alla disponibilità del personale GTT, che ha accettato di affiancare il progetto con entusiasmo e senso di missione. Proprio a loro Lorusso rivolge un ringraziamento speciale. Ma il viaggio non finisce qui: il 7 settembre partiranno altri cinque autobus, per un totale di dieci mezzi in poche settimane. Il sindaco definisce tutto questo “solidarietà concreta”, perché si traduce in strumenti utili e immediatamente impiegabili.

Non è un gesto isolato. Da vicepresidente di ANCI, Lorusso annuncia la volontà di proporre questa iniziativa anche ad altre città italiane, affinché l’impegno sia condiviso. “L’Ucraina è il confine della nostra casa comune, l’Europa. Per questo la solidarietà deve essere condivisa”, sottolinea.

Dietro a questa scelta c’è anche la possibilità di un rinnovamento. La flotta GTT è oggi in piena trasformazione: oltre 1.000 mezzi in servizio, di cui l’84% a basso impatto ambientale, grazie all’introduzione di autobus a metano, elettrici e tram di nuova generazione. Negli ultimi due anni, più di 110 autobus a metano sono entrati in servizio a Torino, mentre dal 2023 sono in circolazione i nuovi tram serie 8000 prodotti da Hitachi, che continueranno ad arrivare fino al 2025. Una transizione verde che permette di liberare progressivamente i mezzi più datati, pronti però a trovare nuova vita altrove, come in Ucraina.

Torino, dunque, non invia soltanto autobus: invia un messaggio politico e umano. Un filo che lega due città e due popoli attraverso le strade spezzate dalla guerra. Secondo i piani, entro il primo semestre del 2026 potrebbero arrivare fino a 50 autobus torinesi a Kharkiv, con un impegno che Lorusso vorrebbe condiviso da altri sindaci italiani.

Un atto che ha il sapore della responsabilità e dell’amicizia. È un gesto che supera i confini e le macerie della guerra, un contributo che non cancella le ferite ma offre strumenti per rialzarsi. “La solidarietà – conclude Lorusso – può aprire la strada alla pace”.

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