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TORINO. Nosiglia, stop giochi potere, politica ascolti gente

TORINO. Nosiglia, stop giochi potere, politica ascolti gente

Monsignore Nosiglia, vescovo di Torino

L'arcivescovo di Torino, mons.Cesare Nosiglia, chiede un cambio di rotta alla politica: "mi auguro che riesca a dare un forte segnale di discontinuità con il passato, quando i giochi di potere e di poltrone ed i programmi fatti a tavolino riempivano le pagine del giornali e ritorni ad ascoltare la gente". E' l'appello fatto nell'omelia per le festa di San Giuseppe Cottolengo. "La politica deve fare insieme alla gente programmi concreti e fattibili, mettendo al centro i problemi quotidiani". "Anche la nostra Chiesa - ha aggiunto mons.Nosiglia - è chiamata ad ascoltare e ad alzare la voce, dando voce a chi non ce l'ha, a rimetterci la faccia se necessario non avendo paura di schierarsi, se si tratta di difendere i diritti e la giustizia degli esclusi". "La Chiesa - ha proseguito l'arcivescovo di Torino - deve sempre amare tutti e non è mai di parte, ma non può non contrastare con forza un sistema che non salvaguardi la dignità di ogni essere umano e della famiglia e non può non contrastare quella cultura dello scarto che si ammanta a volte di perbenismo e di paternalismo ma di fatto lascia le persone nello stato di vita precario". L'arcivescovo di Torino ha anche invitato a riflettere sulla necessità di "ridare un'anima anche alla carità ed al servizio professionale di chi si occupa dei malati e dei poveri, ponendo in risalto che non sono 'oggetti di cura' ma che sono persone". Ed è tornato sulle considerazioni sulle cosiddette due 'città': "Sta prevalendo - ha detto mons.Nosiglia - 'una sola città', quella dei garantiti, che lascia nel limbo una crescente moltitudine di persone che stanno fuori. Non solo ai margini, ma proprio fuori, nel senso che non se ne sentono più parti ed inclusi".
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