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04 Gennaio 2025 - 13:02
Odissea Alcar: 111 dipendenti traditi dalla sentenza di fallimento
La vicenda degli ex dipendenti dell’Alcar di Vaie è una ferita aperta che, dopo anni di attese e promesse infrante, si è conclusa con una sentenza che lascia più domande che risposte. 111 lavoratori della Valsusa riceveranno solo il 58% del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) spettante, una cifra che per molti è sinonimo di beffa e ingiustizia.
Lo scorso 6 dicembre 2024, i sindacati hanno incontrato gli ex dipendenti per illustrare le conseguenze della sentenza di fallimento emessa il 28 ottobre dal Tribunale di Lecce. La realtà è brutale: a fronte di un debito complessivo di 2,3 milioni di euro, sul conto corrente dell’azienda fallita ci sono solo 1,3 milioni di euro. Una somma che non basta neppure a coprire la metà di quanto dovuto ai lavoratori.
«Ci sentiamo presi in giro», ha detto un’ex operaia, dando voce alla rabbia e alla frustrazione che accomuna molti dei suoi colleghi. Dopo quattro anni di attesa, la promessa di ricevere almeno il 52% del TFR entro la fine del 2024 è stata tradita. Come se non bastasse, l’assenza di informazioni chiare sui tempi e le modalità dei pagamenti non ha fatto altro che alimentare il senso di incertezza e impotenza.
La decisione del tribunale di dare precedenza ai creditori privilegiati, in questo caso gli ex dipendenti, era inevitabile. Ma anche questa priorità non è stata sufficiente a garantire una giustizia piena. I fondi a disposizione sono una goccia nel mare di un debito complessivo che include somme dovute allo Stato, all’INPS, alle banche e ai fornitori.
La storia dell’Alcar, come spiegano i curatori fallimentari Francesco Macario e Massimo Bellantone, è un racconto di difficoltà economiche e decisioni sbagliate che affondano le radici in oltre due decenni di crisi. Lo stabilimento di Vaie è stato tra i più colpiti, accumulando oltre 10 milioni di euro di passivo tra il 2004 e il 2011, fino al fallimento definitivo dichiarato il 3 luglio 2018.
Questa vicenda mette a nudo le profonde fragilità delle procedure fallimentari, dove la distanza tra ciò che è giusto e ciò che è possibile è spesso insormontabile. Per i lavoratori dell’Alcar, quella che doveva essere una chiusura si è trasformata nell’ennesimo colpo al loro futuro.
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