Cerca

Il caso

Acqua contaminata nelle case popolari ATC: fango e odori nauseabondi dai rubinetti

Una battaglia contro l'Agenzia: "Ho diritto a lavarmi come tutti"

Acqua contaminata nelle case popolari: una battaglia per l'igiene a Milano

L'acqua esce torbida dai rubinetti

Lavarsi le mani o fare una doccia è diventato un miraggio per Rabije Perboni Maljoku, residente nelle case popolari di via Pacini, nel quartiere Barriera di Milano. Dalle tubature della sua abitazione non usciva acqua limpida, ma una miscela di fango, liquami e persino residui di escrementi. Un odore nauseabondo impregnava ogni stanza, rendendo impossibile persino i gesti più semplici di igiene quotidiana. Di fronte a questo incubo, la signora ha deciso di non rimanere in silenzio.

La battaglia di Rabije contro l’Agenzia Territoriale per la Casa (Atc) è iniziata a settembre. Dopo aver chiesto aiuto agli altri inquilini e aver sollecitato consiglieri comunali, si è rivolta direttamente all'Agenzia, denunciando la gravità della situazione. “All’inizio sembrava impossibile farsi ascoltare – racconta – ma le immagini parlano da sole: acqua sporca, colori e odori che non lasciano dubbi. Non si può vivere così”.

I tecnici dell’Atc erano intervenuti tre mesi fa, eseguendo uno spurgo delle tubature. Tuttavia, il sollievo è durato solo due giorni. Poi, tutto è tornato come prima. “Non potevo crederci – spiega Rabije –. Mi sono ritrovata a lavarmi a pezzi in cucina e a chiedere ospitalità ai vicini per fare una doccia”.

La situazione si è ripresentata nei giorni scorsi, spingendo la signora a rinnovare le segnalazioni. L’Atc, in risposta, ha promesso un nuovo sopralluogo, eseguito lunedì 23 dicembre, con l’auspicio che questa volta l’intervento sia risolutivo. “Abbiamo ricevuto una segnalazione sabato scorso – hanno fatto sapere dagli uffici di corso Dante –. Effettueremo tutte le verifiche necessarie per eliminare definitivamente il problema”.

Per Rabije, però, questa vicenda rappresenta molto più di un disservizio. “Non chiedo nulla di straordinario – conclude con fermezza –. Voglio solo potermi lavare come tutti gli altri. È un diritto, non un privilegio”.

La storia di questa donna, simbolo di resilienza e determinazione, mette in luce le difficoltà quotidiane che ancora oggi molte famiglie affrontano nei quartieri popolari. Tra disagi e promesse di intervento, resta da vedere se questa volta l’emergenza sarà finalmente risolta.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori