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Cronaca
25 Dicembre 2024 - 11:39
Alessandro Giacoletto e sua moglie Cristina
Non ci sono parole abbastanza forti per raccontare la storia di Alessandro Giacoletto, 64 anni, e di sua moglie Cristina Masera, 59 anni. Due vite intrecciate, una famiglia che era una volta il simbolo di un amore solido e generoso, conosciuta e amata nella comunità di Orbassano. Oggi, quella famiglia non c’è più, dissolta nel silenzio di un garage a Pasta di Rivalta, spezzata da un dolore troppo grande, quello per la perdita della loro figlia, Chiara, a soli 28 anni.
Era il febbraio del 2022 quando Chiara decise di togliersi la vita, vittima di un trauma inenarrabile. Il padre, medico stimato e otorinolaringoiatra, aveva trovato la forza di raccontarlo: “Chiara si è suicidata perché vittima di abusi. Ora noi siamo soltanto ombre”. Quelle parole, tanto coraggiose quanto intrise di disperazione, erano già un preludio del peso insostenibile che Alessandro e Cristina portavano nel cuore. Una ferita che nessuna cura, nessun conforto, avrebbe potuto rimarginare.
Il 9 dicembre 2024, Alessandro e Cristina erano stati trovati nel garage di casa, privi di conoscenza, nella loro auto. Un gesto che gridava tutta la loro sofferenza, un urlo muto che cercava l’unica via d’uscita possibile per chi non vede più luce. Cristina è morta pochi giorni dopo, il 18 dicembre, all’ospedale Molinette di Torino. Alessandro ha lottato ancora, quasi come se volesse rimanere ancorato a questa vita che gli aveva dato tanto, ma che gli aveva tolto tutto. Si è spento il 23 dicembre, due settimane dopo il ricovero al San Luigi.
L'ospedale San Luigi di Orbassano
Chi era Alessandro Giacoletto? Non solo un medico di famiglia tra i più conosciuti e rispettati di Orbassano, ma un uomo capace di donare una parte di sé a ogni paziente. E Cristina, farmacista, era la sua compagna di vita, di sogni, di battaglie. Insieme, erano un punto di riferimento, una coppia che emanava quella forza tranquilla che solo l’amore autentico sa trasmettere. Ma il loro amore, così potente, non è bastato a sconfiggere l’abisso in cui erano stati gettati dalla morte di Chiara.
Questa tragedia lascia una comunità intera senza fiato, senza risposte. Orbassano piange non solo il medico e la farmacista, ma due persone che hanno sempre messo il prossimo al centro. Ci si interroga sul perché, su come un dolore così grande possa arrivare a consumare tutto, anche l’amore più forte. Ma forse le risposte non ci sono. Ci resta solo il silenzio, e quel senso di vuoto che accompagna chi resta.
La storia di Alessandro, Cristina e Chiara non è solo una cronaca di dolore. È un monito, un richiamo a guardare con più attenzione alle vite degli altri, a riconoscere quei segnali di sofferenza che troppo spesso ignoriamo. Non possiamo sapere se qualcosa avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi, ma possiamo scegliere di non voltare lo sguardo di fronte alla fragilità umana.
A chi li ha conosciuti, resta il ricordo della loro generosità. A tutti noi, una riflessione profonda sul valore della vita, sul bisogno di essere presenti, sul dovere di essere comunità. Alessandro, Cristina e Chiara, ora siete di nuovo insieme. La vostra assenza sarà un vuoto che Orbassano non potrà mai colmare.
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