La multinazionale anglo-olandese Unilever cambia strategie per il noto brand del gelato Grom, che ha acquisito nel 2015 e che nel gruppo affianca Algida e il marchio Magnum. Alle gelaterie, che perdono qualche pezzo ma diventano "il cuore di un ecosistema", affianca altri canali e nuovi modelli di acquisto e consumo, come chioschi o biciclette gelato, grande distribuzione, bar. Non uno smantellamento, ma una sorta di riorganizzazione di cui è vittima illustre la storica location di via Cernaia a Torino, quella originale da dove tutto era partito nel 2003, su iniziativa di Guido Martinetti e Federico Grom, con la nascita del gelato "come una volta", senza coloranti, emulsionanti e aromi. L'Italia - spiega l'azienda Grom - è per noi il primo mercato e continua a rimanere un paese strategico, in cui realizzare quest'idea dell'azienda come ecosistema, nel quale ciascun canale opera in completa e totale sinergia con gli altri e in cui il consumatore è al centro. Questo con lo scopo di accelerare ulteriormente la crescita che, in ogni caso, ha raggiunto dal 2015 al 2019 un complessivo +46,7% (dato che comprende tutti i Paesi e tutti i canali). Alle quattro chiusure di gelaterie del 2019, si aggiungeranno le tre previste entro il primo trimestre di quest'anno. Ai dipendenti assunti a tempo indeterminato verrà data la possibilità di una ricollocazione in altre gelaterie o saranno individuate soluzioni che tengano conto delle esigenze delle persone coinvolte. "Manteniamo comunque il ruolo del retail come hub dell'esperienza e dna di Grom: anche il gelato confezionato - sottolinea l'azienda - nasce sempre a Mappano, alle porte di Torino, dal desiderio di 'mettere la nostra gelateria in barattolo': infatti è prodotto allo stesso modo rispetto a quello gustato in gelateria. Per questo abbiamo ristrutturato alcune gelaterie in Italia e stiamo valutando una nuova apertura sul territorio". Grom ha in Italia 46 negozi (a maggio 2018 erano 90), più due chioschi all'interno dei Carrefour Gourmet a Roma e a Milano, temporary store e 12 shop in shop. Martinetti e Grom sono ancora presenti nel board della società ma con incarichi sempre meno operativi.
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