"Sto bene e sono contenta della scelta che ho fatto perché è il risultato di una causa giusta e bella". E' il messaggio che Nicoletta Dosio, storica pasionaria dei No Tav della Valle di Susa, ha diffuso dal carcere torinese delle Vallette, dove è rinchiusa dalla sera del 30 dicembre e dove, la sera di San Silvestro, ha raccolto la solidarietà di decine di compagni radunati davanti ai cancelli. La settantatreenne insegnante in pensione di greco e latino, perpetuamente presente a tutte le iniziative degli oppositori del supertreno Torino-Lione e ora considerata dai simpatizzanti un simbolo della "repressione giudiziaria" del movimento No Tav, ha rivendicato ancora una volta il rifiuto di chiedere soluzioni alternative alla prigione dopo la condanna a un anno per una vicenda risalente al 2012. L'arresto, oltre alla mobilitazione della galassia antagonista con presidi in Valle di Susa e poi a Roma, Milano, Brescia, Bologna e altre città, ha scatenato polemiche "legittime ma infondate" secondo il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, che ha firmato di persona il provvedimento. "La signora Dosio - ha spiegato - ha avuto molte possibilità di scelta. Le decisioni sono state esclusivamente sue". E' stata la stessa Dosio a informare il giudice di sorveglianza di non essere interessata alla detenzione in casa. In passato, peraltro, violò più volte (130 secondo i conteggi della procura) gli arresti domiciliari per partecipare a eventi pubblici in tutta Italia: gesti di "disobbedienza civile", disse, che le sono costati un procedimento per evasione. Le sue pendenze, unite a un precedente di circa 30 anni fa per violazione della legge sulla stampa, hanno portato i giudici a negarle la condizionale. La Dosio era imputata insieme ad altre undici persone (tra cui l'esponente anarchico Massimo Passamani e attivisti dei centri sociali) per un blitz di circa trecento No Tav al casello di Avigliana della Torino-Bardonecchia. La Cassazione ha affermato che l'ex insegnante, notata mentre bloccava una corsia reggendo uno striscione, non si è resa autrice di gesti violenti o minacciosi ma ha fornito "apporto materiale e morale alla manifestazione" e ne ha "condiviso il progetto". Per queste ragioni, secondo il deputato forzista Osvaldo Napoli, la Dosio "sbaglia a considerarsi una martire". Parole di vicinanza, o anche di critica all'arresto, sono arrivate invece da diversi esponenti dei Cinque Stelle e da Nicola Fratoianni (Leu). L'associazione dei Giuristi Democratici chiede "con forza un provvedimento d'ufficio di concessione della grazia".
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