La linea storica della Torino-Lione è troppo vecchia per essere ammodernata. Non solo. E' rischiosa perché "lontano dai livelli di sicurezza minimi chiesti dall'Europa". E' il j'accuse di Paolo Foietta, commissario straordinario di governo e presidente dell'Osservatorio per la Torino-Lione, che replica al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. "E' inaccettabile e da irresponsabili - dice Foietta - negare l'analogia con il ponte Morandi del vecchio traforo del Frejus, progettato nel 1856 e inaugurato nel 1871". Il commissario di governo ribadisce che è indispensabile realizzare la nuova galleria. "Dal 2003 - spiega - si lavora per adeguare la sagoma del tunnel alle misure richieste, ma gli interventi hanno avuto l'effetto di un cerotto su un moribondo. Quella galleria è arrivata alla fine della sua vita utile, il ministro dovrebbe sapere che non si possono riparare le cose che non funzionano. E un eventuale, costosissimo, rattoppo del tunnel di valico non risolverebbe i problemi strutturali che sono la ragione per cui la linea è inesorabilmente fuori mercato". La nuova Torino-Lione - osserva Foietta - farebbe viaggiare i treni come fossero in pianura, annullando le pendenze di montagna e consentirebbe il transito di convogli lunghi 750 metri con un carico di 2mila tonnellate, mentre sulla 'disastrata linea attuale del Frejus' passano solo treni corti e leggeri". A giorni sono attesi i risultati dell'analisi costi/benefici sulla Tav. "Ma è pilotata e con l'esito già scritto - accusa Foietta - è sempre più fondato il sospetto che sia costruita interamente sugli stessi pregiudizi che mostra di avere il ministro Toninelli. Gli estensori sono stati accuratamente scelti perché 'di parte': limitarsi ad ascoltare solo chi racconta le cose che si desidera sentire non è mai una prova di lungimiranza, nè di onestà intellettuale". Domani, a Torino, gli imprenditori e i professionisti che si sono mobilitati per il Sì alla Tav metteranno intanto a punto le iniziative di lotta. E Mino Giachino, sottosegretario dei Trasporti nell'ultimo governo Berlusconi, annuncia che la sua petizione online è avviata verso le 50mila firme. Della Tav ha parlato anche il segretario nazionale della Filca-Cisl, Stefano Macale: "Il gap infrastrutturale che paghiamo nei confronti dell'Europa - ha detto - si colma realizzando le opere come Tav, Terzo Valico, Gronda e Tap, per citarne alcune". Anche il fronte degli oppositori della Torino-Lione chiama a raccolta i suoi attivisti. Il 17 e 18 novembre a Venaus, il paese teatro degli scontri nel 2005, è convocata l'assemblea nazionale di tutti i movimenti "contro le grandi opere". E martedì il 'Presidio Europa' del movimento No Tav ha organizzato a Torino una conferenza stampa per ribadire e documentare le ragioni del no alla Torino-Lione.
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