E' di 21 chili di marijuana sequestrata e tre arresti il bilancio del blitz della polizia all'ex Moi di Torino, le palazzine del villaggio olimpico di Torino da tempo occupate da profughi e da famiglie di migranti. In manette sono finiti tre extracomunitari tra i 23 e i 46 anni, uno dei quali latitante dopo una condanna a 8 anni e dieci mesi, sempre per reati di droga. "Nessun può dire, a fronte dei risultati della Questura, che l'area dell'ex Moi sia esclusa dall'attività di repressione e prevenzione da parte della polizia", osserva il questore di Torino, Francesco Messina, illustrando i risultati dell'operazione. "Non esiste nessuna area - sottolinea - fuori controllo delle forze di polizia". Il blitz si inserisce nell'ambito delle attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di stupefacenti disposta dal questore Messina. In due alloggi, al primo e al quarto piano della palazzina grigia e di quella arancione, gli agenti hanno smantellato dei veri e propri laboratori dello stupefacente. Oltre alla droga, sono stati sequestrati 7.600 euro in contati, un contabancote da banca e un'agenda con un elenco di nomi e cifre. "Un grande risultato, che certifica come non ci siano zone franche per l'attività di contrasto della Polizia - commenta Pietro Di Lorenzo, segretario provinciale del Siap, commenta il blitz all'ex Moi di Torino che ha portato a tre arresti e al sequestro di 21 chili di marijuana - Questo è tuttavia anche la conferma di quanto ribadiamo da anni: di fronte all'esponenziale aumento degli occupanti e dell'illegalità diffusa all'interno delle palazzine, c'è l'assoluta necessità di ristabilire le condizioni di sicurezza, procedendo a quello sgombero annunciato ma mai eseguito". "L'ingente quantitativo di droga sequestrato e i profili dei tre arrestati attestano come tra quelle palazzine si fosse insediata una centrale di spaccio di grande rilevanza - sostiene -. Concordiamo con le parole del questore Messina quando afferma che la polizia fa tutto ciò che deve senza sconti né franchigie ma, evidentemente, ciò non basta. Questa situazione, forse unica in Italia, deve essere risolta attraverso i fatti, e non le parole, di tutte le parti in causa. E' ora che ci si concentri, per il bene di tutti, su cosa è necessario fare per porre fine a una situazione illegale e liberare, finalmente, un intero quartiere da questo incubo".
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