La Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte, è salva. L'incendio, divampato mercoledì sera intorno alle 21.30, è partito dal tetto del convento dove abitano tre padri rosminiani. E lì si è fermato. Le fiamme non hanno intaccato la chiesa che ha ispirato Umberto Eco per Il nome della Rosa. E i danni, sottolinea il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, in visita sulla vetta del monte Pirchiano all'imbocco della Valle di Susa, "non sembrano essere ingenti. Abbiamo corso un bel rischio, ma si è evitato il peggio". "Abbiamo già individuato risorse nei fondi europei, che sono abbondantemente capienti per far fronte alla situazione", è la rassicurazione di Chiamparino, accompagnato nel sopralluogo al complesso realizzato prima dell'anno Mille dall'assessora regionale alla Cultura, Antonella Parigi. "Vogliamo essere pronti a intervenire, riparare e ricostruire dov'è necessario - sottolinea -. Questo è un bene a cui siamo legati con enorme affetto". Un bene che Davide Fracchia, il sindaco di Sant'Ambrogio di Susa, descrive come "un pezzo di cuore". "Quando lo vediamo, capiamo di essere a casa". La Sacra è salva, ma ora bisogna rimettere a posto ciò che è andato distrutto. "In una prima fase servirà una copertura per evitare che la pioggia e la neve aggravino la situazione - spiega Luisa Papotti, sovrintendente delle Belle Arti di Torino - Nel frattempo bisogna pensare a un nuovo tetto". I vigili del fuoco, impegnati nelle operazioni di bonifica, stanno preparando un rapporto da inviare alla Procura. Al momento l'ipotesi dolosa sembra essere esclusa: in tetto era in ristrutturazione e da lì potrebbe essere partito un corto circuito. "Ci potrebbe essere un legame tra i lavori e l'incendio", commenta l'assessore Parigi. "Ma queste sono solo supposizioni". Bisogna aspettare l'esito delle indagini. "A un certo punto è saltata la corrente e abbiamo visto il fumo. Non capivamo cosa stesse succedendo. Lassù ci sono le nostre camere, poteva essere una tragedia", racconta Joseph Vinod, vicerettore della Sacra. L'incendio ha ricordato proprio un passaggio di Il Nome della Rosa. "Il lume andò a cadere nel mucchio di libri precipitati dal tavolo, accatastati l'uno sopra l'altro con le pagine aperte - si legge nel best-seller da cui è stato ispirato l'omonimo film -. L'olio si versò, il fuoco si apprese subito a una pergamena fragilissima che divampò come un fascio di sterpi secchi. 'Spegni quel fuoco, presto!', gridò Guglielmo. 'Qui brucia tutto!'". Alla Sacra di San Michele, quella vera, per fortuna non è andata così.
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