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TORINO. Trans Freedom March, la marcia contro la transfobia

TORINO. Trans Freedom March, la marcia contro la transfobia
Torna a Torino, il 18 novembre, la Trans Freedom March. La manifestazione contro la transfobia è promossa in occasione del Transgender Day of Remembrance, ricorrenza della comunità Lgbtqi, dal Coordinamento Torino Pride. Che quest'anno, anche per volere della Regione Piemonte e del Comune di Torino che la sostengono, attribuisce alla marcia un significato ancora più forte, contro tutti i tipi di violenza e per ribadire il diritto autodeterminazione. "Sembra un tema di nicchia -osserva l'assessore alle Pari Opportunità della Regione Piemonte, Monica Cerutti - ma non è così. E' una battaglia di civiltà a cui tutti devono partecipare". "C'e' molta violenza e i concetti di libertà e autodeterminazione hanno ancora molta strada da fare - aggiunge l'assessore alle Pari Opportunità del Comune di Torino, Marco Giusta -. Oggi è un bel giorno, in Germania è stata riconosciuta l'identità del terzo sesso e negli Usa, in Virginia, e stata eletta una deputata transgender, ma non possiamo mollare". Oltre alla marcia, Torino ospita anche la mostra 'Tra le Nuvole', sotto i portici della centrale piazza Castello. "Il Piemonte e Torino sono sulla buona strada in materia di diritti umani, gay e transgender - ha detto il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus - ma questo non ci risparmia dal sottolineare come stiamo vivendo in un periodo di involuzione. Dobbiamo essere intolleranti con gli intolleranti e la politica deve riprendere ad occuparsi dei veri temi che riguardano la vita delle persone, come la violenza e la cura delle persone". Presente all'incontro anche Monica De Giorgis, volontaria allo sportello Spot del Circolo Maurice, nato per accompagnare i trans nel loro percorso trasformativo, e da 22 anni dipendente della Lavazza dove si occupa di ricerca sviluppo e materiali. "C'è ancora molta sofferenza in questo percorso - ha detto De Giorgis - e nella società ancora molta diffidenza. Molti trans ancora non trovano lavoro o lo perdono - ha concluso - perché non tutte le aziende sono aperte come quella nella quale lavoro e che non ha sollevato alcun problema anche quando ho cambiato sesso e nome sul mio tesserino aziendale". Tra le novità di quest'anno il sostegno economico di una società multinazionale, car2go, che ha deciso di schierarsi al suo fianco nella battaglia per i diritti delle persone.
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