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TORINO. Lavoro: 'Gente di fabbrica', in un libro le voci degli operai

TORINO. Lavoro: 'Gente di fabbrica', in un libro le voci degli operai

Federico Bellono

Un mercato del lavoro sempre più precarizzato, dove le condizioni di lavoro e quelle contrattuali sono le più diverse e cambiano continuamente. Lo raccontano Nina, Luciano, Andrea, Daniela, Sergio, operai e operaie dei giorni nostri. Le loro testimonianze sono raccolte nel libro 'Gente di fabbrica. Metalmeccaniche e metalmeccanici nel nuovo millennio', scritto da Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese e da Filomena Greco, giornalista del Sole 24 Ore. Quindici storie che arrivano dal cuore dell'industria torinese, che ha segnato la storia del Paese e ha subito duramente la crisi. Cinque sono aziende che oggi non ci sono più, De Tomaso, Olivetti, Sandretto, Ibm. Ci sono poi General Motors, Mirafiori, Leonardo, Maserati, Lear, Iveco, Skf, Pininfarina. Questi spezzoni di biografie "forniscono alcuni elementi per ripercorrere vicende, non solo individuali ma anche collettive, che hanno segnato la storia industriale, economica e umana del nostro Paese" scrive la sociologa Chiara Saraceno nella postfazione. Una fabbrica che un tempo dava non solo dava lavoro, ma anche senso di appartenenza e dignità, mentre oggi "è uno spazio in cui anche chi lavora fianco a fianco ha contratti, quindi interessi, diversi che ostacolano non solo la difesa dei diritti ma anche la possibilità di costruire relazioni di solidarietà e forme di identificazione comuni". "I lavoratori sono una risorsa per quello che fanno ma anche per quello che pensano", dice Bellono. Questo libro "non è un omaggio a una storia in esaurimento, ma il racconto di una parte importante del presente e del futuro del lavoro".
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