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12 Ottobre 2017 - 09:06
Trenta lettere di licenziamento e trecento richieste di cassa integrazione.
E’ questa la tragica situazione dei dipendenti della Mossi & Ghisolfi.
La multinazionale, famosa in tutto il mondo per la produzione del Pet (bottiglie in plastica, ndr) ha annunciato lo stato di crisi.
Venerdì scorso, in un incontro con l’Unione industriale di Vercelli, il colosso ha fatto sapere di essere in serie difficoltà a causa di un forte indebitamento contratto con negli ultimi anni per finanziare alcuni investimenti in America. Tra questi, la realizzazione di un nuovo impianto in Texas, colpito recentemente dall’uragano Harvey, che ha causato forti ritardi nei lavori e un aumento delle spese.
Nell’impianto di Crescentino, la crisi c’è e si sente. L’azienda ha bloccato la produzione di bioetanolo e, dopo un incontro con i sindacati, ha deciso di inviare le lettere di licenziamento per i dipendenti di Secur2000, la ditta che si occupa della pulizia e della sicurezza.
Richiesta invece la cassa integrazione per i 300 dipendenti di Ibp.
Preoccupata è l’amministrazione comunale, che nel giro di poco potrebbe essere costretta ad affrontare una richiesta di aiuti socio assistenziali senza pari nella storia del paese.
Le ricadute sul paese e sulla popolazione potrebbero essere ingenti.
“Ci siamo accorti che qualcosa non andava - spiega il vice sindaco, Carmine Speranza - quando abbiamo visto che l’azienda aveva bloccato la produzione di bioetanolo”.
Si sapeva che la situazione non era delle più rosee, ma non si immaginava che fosse grave a tal punto.
“Mercoledì scorso - aggiunge - abbiamo avuto un incontro con i vertici dell’azienda che ci ha confermato i loro problemi”.
La preoccupazione per le sorti della città è forte.
“Siamo preoccupati e non poco -. Centinaia di cittadini rischiano il posto di lavoro. Non siamo per nulla tranquilli. In questo momento l’unica cosa che possiamo fare è sperare che qualcuno si faccia avanti e rilevi l’azienda. La cosa più importante è che vengano garantiti i posti di posti di lavoro”.
Intanto, è già scoppiata la polemica. L’ex assessore all’Ambiente Salvatore Sellaro parla di “disastro annunciato da tempo”. “L’avevo detto più e più volte che quell’impianto avrebbe causato solo problemi ai cittadini. Il bioetanolo non viene più prodotto ma intanto si continua a bruciare cippato che inquina l’ambiente. Speravo di non dirlo, ma io l’avevo detto che sarebbe finita così”.
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