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16 Agosto 2017 - 14:03
mauro salizzoni
Il Centro trapianti di fegato dell’ospedale Molinette di Torino ha tagliato il traguardo dei tremila trapianti.
Il primo effettuato nell’ottobre 1990 su un uomo di 44 anni, l’ultimo la scorsa settimana su un 55enne affetto da cirrosi. Un record che fa del centro piemontese il primo in Europa, e tra i primi al mondo, per numero di trapianti e per sopravvivenza. Inoltre, a distanza di 10 anni dal trapianto 73 pazienti su 100 continuano a essere vivi, traguardo insperato per malattie che lasciano pochi mesi. E i trapianti aumentano, grazie anche al fatto che le tecniche attuali fanno minore ricorso alla circolazione extracorporea, con la conseguenza di dimezzare la durata degli interventi.
Per il direttore del Centro Mauro Salizzoni presente dal primo giorno dell’avventura, il trapianto è l’attività più generosa che ci sia.
“Prevalgono in assoluto l’altruismo e la solidarietà - ha detto il chirurgo - indipendentemente dalla fede o dalla razza. E’ sempre più frequente che famiglie di immigrati accettino di donare gli organi di un congiunto morto, non conosco altre attività che siano così solidali”.
“E’ un traguardo storico - ha commentato il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino - che pone il centro trapianti delle Molinette al vertice della classifica europea e ai primi posti di quella mondiale, e che conferma il livello e la qualità dell’offerta sanitaria piemontese. La nostra amministrazione è costantemente impegnata su questo fronte, e il risultato oggi raggiunto non può che stimolarci a continuare a lavorare per supportare le nostre eccellenze”.
Gianmaria Ajani, rettore dell’Università di Torino, ha sottolineato come un risultato del genere si raggiunga e mantenga solo con un sostegno continuo alla ricerca. “Prima e dopo il trapianto - ha osservato il rettore - c’è tutto un lavoro di ricerca che è fondamentale”.
Il 5% dei trapianti eseguiti dalla nascita del centro ad oggi ha riguardato solo una parte del fegato, in 14 casi da donatore vivente. Nel 2% dei casi, oltre al fegato è stato trapiantato in contemporanea un altro organo, nel 7% sono ci sono stati trapianti cosiddetti domino, nei quali il fegato di un primo ricevente è stato poi trapiantato a un secondo paziente. L’ 8% sono i ritrapianti. Dal 1993 sono stati trapiantati inoltre 166 bambini e ragazzi, pari al 6% del totale.
Attualmente sono in lista di attesa presso il Centro di Torino una ottantina di pazienti. Si tratta in gran parte di persone che hanno superato i 60 anni, per il 40% provenienti da Regioni diverse dal Piemonte.
Nasce il 14 aprile del 1948. Sposato, due figli e la passione per il Torino e per il ciclismo. Originario di Samone, comune che gli ha conferito la cittadinanza onoraria, Mauro Salizzoni è il «Re incontrastato dei trapianti di fegato in Italia», come lo ebbe a definire la giornalista Grazia Longo.
Dichiaratamente di sinistra (è anche stato consigliere comunale a Ivrea) ha le idee molto chiare sul lavoro. «Per ogni infermiere che lavora, e lavora il doppio, ce n’è un altro che non fa niente - dichiarò al quotidiano La Stampa nel marzo dle 2007 - Un imboscato. Ecco perché gli ospedali sono in crisi. Io sono di sinistra, difendo i lavoratori e non gli imboscati!
E poi ancora, sempre su La Stampa nel novembre del 2011: “Nel 1973 ero il responsabile della commissione sanitaria del Partito comunista. Fui espulso perché quello che pensavo era considerato troppo di destra. Credo sia stata la mia grande fortuna, perché a quel punto ho deciso di mettermi sul serio a fare il chirurgo”.
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