E' al via a cavallo fra Italia e Francia un progetto italo-francese di tre anni per studiare gli effetti dell'ozono sulla vegetazione. Al centro dello studio, che costerà un milione e 200 mila euro, le valli Varaita e Stura di Demonte nel cuneese e il Parco del Mercantour fino alla costa nizzarda in Francia. L'obiettivo è quantificare il danno causato dall'ozono sugli alberi tipici dell'area: pino cembro e pino silvestre per i due Paesi, più faggio per l'Italia e pino d'Aleppo per la Francia. "Il cambiamento climatico - ha detto l'assessore all'Ambiente del Piemonte, Alberto Valmaggia - ci pone davanti a sfide sempre nuove, che si possono fronteggiare solo con dati precisi e prospettive di scenario. Questo è lo scopo del progetto, del quale la Regione Piemonte ha la responsabilità organizzativa". "L'ozono - ha spiegato l'ad dell'Ipla, Igor Boni - è uno dei più temibili inquinanti, e la sua stabilità gli consente di migrare a grandi distanze. Abbiamo scoperto danni da ozono su alcuni frassini della collina torinese: l'assorbimento dell'ozono produce radicali liberi che indeboliscono la pianta rendendola facilmente aggredibile dagli agenti patogeni". Il progetto, denominato 'Mitimpact, previsione e valutazione dell'impatto del cambiamento climatico e dell'inquinamento fotochimico dell'aria sulla vegetazione transfrontaliera', è stato illustrato oggi nella sede della Regione Piemonte a Torino. Un team internazionale di specialisti che da oltre vent'anni si occupano di questi temi, coordinato dall'Ipla, studierà i dati e le strategie per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla vegetazione transfrontaliera. Tutto è cominciato quando nel Mercantour è stato osservato il deperimento del pino cembro per cause ignote, successivamente collegate all'elevata presenza di ozono. L'ozono infatti riduce la capacità di fotosintesi, favorendo l'ingresso di patogeni che possono arrivare a uccidere le specie vegetali. Lo studio, è stato sottolineato, non sarà fine a se stesso, ma avrà lo scopo di fornire a chi legifera gli elementi per produrre una legislazione ambientale adeguata. Si potrà inoltre arrivare a indicare quali piante siano più adeguate a mitigare la presenza di ozono nell'aria, in modo che gli amministratori pubblici possano usarle per l'arredo urbano. Al momento dagli esperti arriva disco verde per frassini e aceri, rosso per alcuni tipi di querce.
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