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TORINO. Per fatti p.za San Carlo. Procuratore, non è nostra iniziativa

TORINO. Per fatti p.za San Carlo. Procuratore, non è nostra iniziativa

piazza San Carlo

Chiara Appendino indagata per il disastro di piazza San Carlo. Con qualche distinguo. La sindaca torinese a Cinque Stelle compare nella maxi-inchiesta della procura subalpina su quanto accadde la sera del 3 giugno durante la proiezione della finalissima di Champions League: l'ondata di panico, il fuggi fuggi, le persone travolte, i 1.526 feriti e la morte della trentottenne Erika Pioletti. Ma è l'effetto delle tante denunce che nel corso delle settimane si sono accumulate a Palazzo di Giustizia: alcuni avvocati hanno chiesto espressamente di vagliare il ruolo del "sindaco pro tempore" (insieme a "prefetto" e "questore"), altri si sarebbero spinti a indicare Appendino con nome e cognome. "La Procura - puntualizza il capo degli inquirenti, Armando Spataro - non ha disposto di propria iniziativa alcuna iscrizione nel registro degli indagati di persone aventi responsabilità istituzionali. Nella ipotesi in cui pervengano all'Ufficio querele da parte di privati, l'iscrizione costituisce atto dovuto, sia nel loro interesse che dei querelanti, anche perché determina l'inizio del decorso dei termini delle indagini preliminari". Il tutto si spiega con la particolare procedura seguita dai pubblici ministeri. Da una parte c'è il fascicolo principale, aperto per omicidio colposo, che contiene le indagini svolte dalla Digos (decine di testimonianze, analisi di foto e video, consulenze) e che non è ancora approdato a una conclusione definitiva; dall'altra ci sono tanti fascicoli attivati dalle querele. Quando gli investigatori vogliono sentire una persona interessata da una denuncia, devono farlo in presenza di un legale. "E allo stato - precisa Spataro - non sono previsti interrogatori di persone che rivestono pubblici uffici (con connesse responsabilità istituzionali) o altri atti che richiedano la presenza di loro eventuali avvocati". L'audizione della Appendino, insomma, non sarebbe in agenda. Gli indagati in questa condizione di cui si ha notizia sono, per adesso, due manager di Turismo Torino, la partecipata del Comune che organizzò l'evento in piazza. Il presidente Maurizio Montagnese è stato interrogato lunedì (come "teste assistito") e, secondo indiscrezioni, si è difeso attaccando: ha ricordato che l'incarico gli fu affidato pochissimi giorni prima e ha ricostruito l'andamento delle due riunioni preliminari, spiegando cosa venne detto, chi c'era e chi non c'era dell' amministrazione comunale. Circostanze che dovranno essere approfondite. I verbali sono stati secretati. La prossima settimana toccherà al dirigente dell'agenzia Danilo Bessone. Un altro indagato, ma solo per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità, è il responsabile di un locale storico di piazza San Carlo, reo di non avere smantellato il suo ampio dehor. Dice di avere ricevuto l'ordine (firmato dal Questore) solo alle 15:30, quando ormai era tardi: la piazza era già gremita e la struttura era troppo grande. Altri ancora sono alcuni venditori abusivi di bibite e panini che stazionavano nel centro storico poco prima del fischio di inizio di Juventus-Real Madrid: contro di loro si procede per occupazione non autorizzata di suolo pubblico "al fine di trarne profitto". Chi non farà querela sono i familiari della donna deceduta dopo essere stata calpestata dalla folla. "E' inutile - dice la sorella, Cristina Pioletti - La nostra Erika è morta e nessuno ce la restituirà".
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