Solo formaggi a latte crudo all'edizione del ventennale di 'Cheese', la kermesse internazionale dedicata al mondo lattiero-caseario, con 300 produttori di 23 paesi di tutto il mondo. A Bra, la cittadina cuneese che dal 15 al 18 settembre prossimo ospiterà l'evento, saranno banditi i formaggi prodotti con latte pastorizzato. "La questione del latte crudo è ancora sul tavolo - ha detto il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, presentando Cheese oggi a Torino -. E' vero che grazie alla rivoluzione partita dalla nostra manifestazione, gli stessi Stati Uniti, ospiti della prossima edizione, hanno riscoperto e riammesso i formaggi a latte crudo, ma solo per i caci stagionati oltre 60 giorni. Lo stesso non vale per l'Australia e per molti altri paesi. Nella stessa Ue ci sono ancora molte resistenze, legislazioni nazionali sono molto più restrittive dei regolamenti Ue. Un falso concetto iper-igienista - ha aggiunto Petrini - impedisce che si realizzi un elemento distintivo della biodiversità e, probabilmente, della stessa igiene". Cheese organizzerà così gli 'Stati Generali del latte crudo', per riunire i casari che continuano a produrre formaggi con latte crudo "rispettando - ha spiegato Piero Sardo, responsabile scientifico di Slow Food - le normative igienico sanitarie, nonostante le difficoltà quotidiane che incontrano. Lanceremo un segnale politico forte, con l'obiettivo di creare una rete mondiale di appoggio politico, tecnico e magari anche economico per questi prodotti. Vogliamo estendere la liceità del latte crudo anche al di fuori dei Paesi dell'Unione Europea". Uno spazio sarà riservato ai 'formaggi naturali', ossia prodotti senza l'ausilio di fermenti selezionati, additivi chimici e aromi di sintesi. A Cheese ci saranno anche 35 Laboratori del Gusto, cucine di strada e Food truck, le piazze della Birra e della Pizza. Gli Stati Uniti presenteranno decine di formaggi a latte vaccino, ovino e caprino di produttori di piccola scala provenienti da 17 Stati. Tutto ruoterà attorno alle difficoltà di chi produce formaggi: "L'ultimo terremoto nel Centro Italia - ha ricordato Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia - ha portato drammaticamente alla luce le condizioni dei nostri allevamenti: ogni 10 anni il loro numero si dimezza, e spesso sparisce chi produce i prodotti migliori. La logica della produzione va ripensata, e deve partire proprio dalle aree collinari e di montagna".
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