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TORINO. Sanità: morì per malaria non diagnosticata, chieste condanne

TORINO. Sanità: morì per malaria non diagnosticata, chieste condanne

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Sette condanne e una assoluzione sono state chieste dalla pubblica accusa, a Torino, in un processo per il caso di un uomo deceduto nel 2010, a 58 anni, dopo avere contratto la malaria. Gli imputati sono medici. Le pene proposte sono comprese fra i dieci e i sedici mesi di reclusione. La patologia fu scambiata inizialmente per un linfoma. Secondo l'ipotesi portata al vaglio del tribunale, l'anamnesi non fu né completa né tempestiva. Il paziente era un cinquantottenne ingegnere della Goodyear. Si pensa che a trasmettergli la malaria fu, nel 2009, la puntura di una zanzara rimasta nel cavo di uno pneumatico proveniente da un Paese africano. La difesa afferma che i medici si comportarono correttamente in base di una diagnosi formulata da un loro collega (non imputato). Solo gli ulteriori controlli fecero emergere gli indizi di una patologia molto rara in Italia e difficile anche da sospettare: non risultava nemmeno che l'ingegnere avesse fatto dei viaggi all'estero. La vedova e la sorella della vittima si sono costituiti parte civile con l'avvocato Anna Ronfani, che ha chiesto il riconoscimento di un danno e una provvisionale di 125 mila euro complessivi.
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