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TORINO. Confesercenti, in Piemonte sparite più di 4.000 imprese Banchieri, cifre preoccupanti, rilanciare domanda interna

Con la crisi dal 2007 in Piemonte sono sparite più di 4.000 imprese del commercio, la metà a Torino. Il 25% è del settore abbigliamento che si conferma come il 'grande ammalato' del settore, mentre diminuiscono i banchi sui mercati (a Torino città sono scesi sotto la 'soglia psicologica' dei 4.000) e gli agenti di commercio. Vanno male librerie, tabaccherie, edicole, mentre aumentano le attività alimentari sia i negozi, sia bar, ristoranti e pizzerie. È il quadro delineato da Confesercenti in occasione dell'assemblea nazionale che si è svolta contemporaneamente in quattro sedi collegate in diretta video: Torino dal Museo dell'Automobile, Roma, L'Aquila e Palermo. A rappresentare Torino il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, assente la sindaca Chiara Appendino per la giornata di lutto cittadino. "Sono cifre preoccupanti - commenta Giancarlo Banchieri, presidente della Confesercenti - che dimostrano come la crisi, nonostante qualche segnale positivo, non sia ancora conclusa, anche se i problemi di alcuni settori derivano da fattori strutturali che persisteranno al di là della crisi stessa". Le difficoltà si superano solo attraverso un robusto rilancio della domanda interna. Il governo ha escluso gli aumenti dell'Iva: questo è positivo, ma non basta a far ripartire il Paese. La nostra assemblea nazionale è l'occasione per mettere in campo le nostre proposte per la ripresa".
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