"Il tema non è debito fuori bilancio o no, ma la soluzione tecnica per riconoscere un obbligo che esisteva dal 2014, a noi l'onere e il poco onore di trovare la soluzione per restituire cifre che sono dovute da tre anni". A dirlo la sindaca di Torino, Chiara Appendino, al termine dell'udienza della Corte dei Conti sul rendiconto 2015 e il bilancio di previsione. I giudici contabili, nella loro relazione, hanno ribadito di "non aver mai parlato", in riferimento a Gtt e Infra.To, "di debito fuori bilancio", ma di una passività. "Altra cosa è il discorso tecnico su come inserirla nel bilancio", ha spiegato l'estensore della relazione. Questione ribadita anche dalla prima cittadina. "Spetta a noi - ha detto Appendino - trovare la soluzione più corretta". Due le strade, ha spiegato l'assessore al Bilancio Sergio Rolando, "quella del debito fuori bilancio, percorso su cui abbiamo avviato l'istruttoria, e quella di inserirlo nella spesa corrente stabilendo una contrattazione con le società per pagamenti in tempi congrui". Intanto, "questa giunta ha pagato una parte del debito di Gtt e Infra.To che stava maturando - ha aggiunto Rolando - con le risorse recuperate nell'assestamento. Purtroppo quello che è stato fatto prima fa parte del pacchetto che anche il collegio dei revisori ha giudicato come debiti pregressi". Quanto agli altri temi trattati nell'udienza, in cui fra le altre cose sono state espresse riserve sull'utilizzo degli avanzi vincolati per le spese di competenza, la sindaca pone l'accento sulla questione dei derivati. "Siamo riusciti - dice - ad accantonare 7 milioni, 5 nel consuntivo 2016 e altri 2 nel 2017". L'amministrazione comunale fa anche notare che, per quanto concerne le sofferenze di cassa, ammontano a circa cento milioni i crediti da riscuotere da Stato, Regione e Asl. In particolare, il Comune aspetta 37 milioni dallo Stato, di cui 32 per spese di giustizia, 23 dalla Regione e 38 dalle Asl. La Corte dei Conti delibererà nei prossimi giorni il proprio parere sui documenti finanziari della Città.
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