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13 Aprile 2017 - 12:27
Sala Rossa
L'identità della Torino dei prossimi anni sarà quella di una città multicentrica, che riqualifichi le periferie, scongiuri la ghettizzazione sociale, sostenga gli insediamenti produttivi esistenti e ne incentivi la localizzazione di nuovi, valorizzi e tuteli le risorse ambientali, la ricchezza storica architettonica e paesaggistica, compresa quella industriale, privilegiando la manutenzione del patrimonio edilizio esistente, limitando il consumo di suolo.
Sono questi, in sintesi, gli elementi della visione urbana che guiderà la revisione del Piano regolatore generale approvato 22 anni fa, che aveva ipotizzato una crescita economica permanente e una popolazione in espansione per Torino.
Ad approvare la delibera di indirizzo, è stata questa mattina la Giunta comunale, avallando un documento dettagliato, che ora attende il pronunciamento della Sala Rossa, per diventare operativo. E' una vera e propria operazione di 'manutenzione straordinaria' quella che l'amministrazione comunale si accingerà a eseguire, la cui concezione urbana, arricchita di nuovi contenuti progettuali, scaturisce dal programma di governo della città, approvato il 28 luglio scorso dal Consiglio Comunale.
Le linee guida del Piano vigente erano state redatte dagli urbanisti Augusto Cagnardi e Vittorio Gregotti. "All'atto della sua approvazione, si ipotizzava una capacità insediativa teorica di 1.151.400 abitanti. Un dato fortemente sovradimensionato: al 31 dicembre scorso erano infatti iscritti all'anagrafe cittadina 888.921 residenti - spiega il vicesindaco, Guido Montanari -. Al momento di essere adottato lo strumento urbanistico, nel 1995, Torino viveva la transizione verso una città post industriale. Erano già evidenti gli esiti del declino del settore manifatturiero con i processi di delocalizzazione di molte attività legate all'industria dell'auto e al suo indotto".
"I vuoti urbani - aggiunge - hanno rappresentato anche una risorsa, consentendo attraverso la trasformazione di 6 dei 10 milioni di metri quadrati disponibili delle aree dismesse, una rinascita della città, con un disegno che traeva il principale motivo ispiratore dalla copertura della trincea ferroviaria in un processo che ha ridefinito anche identità e vocazioni, individuando accanto a quelle produttive funzioni quali il turismo e la cultura. Ma si tratta di un piano che prevedeva la rinascita della città a partire dalle aree industriali, dallo sviluppo del mercato edilizio e dal marketing urbano come attrattore di investimenti anche a scala internazionale. Con una visione improntata alla certezza di un costante sviluppo economico e con un conseguente sovradimensionamento di capacità edificatorie. Oggi occorre prendere atto di queste tendenze operando un deciso ridimensionamento della capacità insediativa".
"La revisione - conclude - si baserà sulla verifica dello stato di attuazione del Piano e sul censimento del patrimonio immobiliare inutilizzato, ai fini della promozione e pianificazione del loro riuso e della riqualificazione".
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