E’ iniziata l’altro giorno, davanti ad un caffè e ad una pila alta così di documenti. La battaglia di Salvatore Sellaro contro il pannelli solari all’ex Teksid, la fonderia di strada Ghiaro, ha ufficialmente preso il via. L’ex assessore all’Ambiente della Giunta Venegoni ha riscontrato una serie di problemi nel progetto del fotovoltaico, che dovrebbe essere realizzato dalla società Emerald Snake di Torino in parte sulle due discariche dismesse ed in fase di chiusura dell’ex fonderia. Una superficie totale di ben 67.072 metri quadri su cui verranno piazzati 14.088 pannelli solari per un costo di quasi 6 milioni di euro. “Le autorizzazioni sono scadute - sbotta Sellaro, carte alla mano -. Il progetto preliminare era già stato presentato nel 2013, durante il mandato di Marinella Venegoni. Gli accordi con la Provincia erano chiari. Se entro tre anni la ditta non avessse realizzato l’impianto sarebbe partita la bonifica delle due discariche”. Cosa che però non è stata fatta. “Tre anni sono passati e anche abbondantemente - continua -. I pannelli solari non sono stati messi e la bonifica non è partita. Addirittura la ditta ha deciso di riprendere in mano l’iter del progetto. Questo nonostante le autorizzazioni non siano più valide”. Ma non è solo la burocrazia a preoccupare l’ex assessore, da sempre in lotta per la tutela dell’ambiente. “L’amministrazione comunale e la Provincia dovrebbero preoccuparsi di altro”, aggiunge. Di cosa? “E’ da tre anni, dico tre anni - ripete -, che da quel posto fuoriesce percolato che portano via con le pompe. La Provincia e tutti quanti ne sono a conoscenza. In più su quei terreni mancano ancora 50 centimetri di copertura, in sostanza le discariche sono scoperte. Eppure di questo nessuno dice nulla. Al posto di capire quali schifezze sono state seppellite vogliono fare subito il fotovoltaico”. Vuol sapere, insomma, se c’è qualche pericolo per la salute dell’uomo. “Voglio ricordare - Sellaro sostiene le sue argomentazioni - che quell’azienda sorge vicino all’acquedotto del Monferrato. Senza una bonifica, basta un niente per inquinare le falde acquifere. Il mio invito è che gli organi competenti, prima di dare le autorizzazioni, si informino sullo stato di quei terreni. Va bene volere i soldi, ma stiamo parlando di discariche che per ben trent’anni hanno ospitato i rifiuti di una fonderia”.E poi c'è l’interrogazione fatta in Provincia...Salvatore Sellaro non è il solo ad essersi preoccupato per la situazione delle discariche dell’ex fonderia Texid. A febbraio 2015, Gianpaolo Andrissi, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, aveva presentato un’interrogazione sulla “situazione discariche nell’ex area Teksid di Crescentino”. “Diverse persone - diceva Andrissi - hanno confermato l’esistenza di una discarica non dichiarata, indicandone con precisione posizione e composizione”. “Venivano conferite le anime della fonderia. Alcuni testimoni, con documentazione fotografica, hanno potuto verificare la presenza di uno strato di almeno 2 metri di terre rosse.Sappiamo che l’area è stata interessata negli anni da bonifiche di ripristino ambientale e che sono tuttora in corso processi per le morti bianche avvenute nello stabilimento della Teksid di Crescentino”. Se la sue affermazioni venissero confermate, il quadro sarebbe ancora più allarmante...
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