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TORINO. Sedute spiritiche per stupri: vescovo, non farsi rubare vita

"Non lasciatevi rubare la vita da gente che vuole rendervi, in vari modi, schiavi"; "non abbiate paura degli arroganti che, con la violenza e la prepotenza mostrano soltanto, in realtà, la loro debolezza"; "non lasciate soli i vostri compagni e i vostri amici!". E' il triplice invito che monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, rivolge ai giovani della città, commentando al Sir i "recenti fatti di cronaca avvenuti a Torino e nell'area metropolitana" che "hanno portato ancora alla ribalta i problemi legati al bullismo e allo sfruttamento dei giovani". Si tratta, afferma l'arcivescovo, di "episodi gravi e preoccupanti, perché dimostrano un atteggiamento che distrugge la libertà e cancella la dignità delle persone, soprattutto negli anni delicati della formazione. Ma è assolutamente necessario non generalizzare questi fenomeni: la grande maggioranza dei nostri ragazzi non è succube di bulli e sfruttatori. E' vero però che la cultura dominante propone continuamente modelli di questo genere, basati sulla violenza e sull'inganno - una 'legge del più forte' che in realtà cancella il senso stesso della legge e ci rende tutti più fragili". Da qui il triplice invito ai giovani, ai quali l'arcivescovo ricorda che "intorno a voi e con voi ci sono adulti educatori che condividono il vostro cammino: confrontarsi con loro non significa sminuire la propria libertà, ma conoscere la realtà anche con occhi diversi dai nostri&hellip". Ma soprattutto, aggiunge Nosiglia, "chiedo ai giovani di essere all'altezza delle loro speranze e delle loro aspirazioni a una vita più ricca di senso e di gioia. Pier Giorgio Frassati, il beato torinese, aveva sintetizzato tutto questo nel suo slogan: 'Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare&hellip'. Di questo abbiamo bisogno; ed è quanto - conclude l'arcivescovo - ha raccomandato anche papa Francesco, ai giovani riuniti a Cracovia per la Gmg: un invito forte a non essere indifferenti o intontiti mentre altri decidono per voi".
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