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02 Febbraio 2017 - 11:54
Cesare Nosiglia
"Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia composta di uomo e donna e dei loro figli", ma "ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e ogni forma di aggressione violenta". L'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, cita la Lettera apostolica Amoris Laetitia per intervenire sul tema delle unioni omosessuali.
L'intervento su vocedeltempo.it, sito del settimanale diocesano, dopo le parole sui gay di don Gian Luca Carrega, delegato per la Pastorale delle persone omosessuali che sabato ha celebrato il funerale di Franco, con Gianni il primo a unirsi civilmente a Torino. "Don Carrega non ha detto quanto i giornali hanno polemicamente riportato, frasi di condanna della Chiesa, di necessità che chieda scusa", sottolinea monsignor Nosiglia.
"Ha espresso invece gratitudine ai cristiani presenti, anche omosessuali - spiega - per il loro desiderio di vivere nella fede della Chiesa".
L'arcivescovo di Torino critica, nel suo intervento, il mondo dell'informazione. "Viviamo immersi in una strumentalizzazione mediatica che ci sta sempre più stretta - sottolinea monsignor Nosiglia - perché, invece di aiutarci a ragionare, mette in un solo calderone emozioni e sentimenti, norme di legge e vita di fede. E che ci serve ogni giorno sempre lo stesso piatto: una polemica in salsa rosa piccante, in cui rischia di esserci tutto meno che la corretta informazione sui fatti avvenuti e le parole pronunciate".
"La Chiesa di Torino continuerà a sostenere in ogni modo l'istituto del matrimonio - prosegue monsignor Nosiglia - e ad annunciare il vangelo della famiglia, secondo quanto la Parola di Dio e il magistero indicano". Al tempo stesso, però, "continuerà a promuovere con saggezza ed equilibrio i suoi percorsi di accoglienza e di accompagnamento per le persone omosessuali che lo desiderano, ma anche per ogni altra persona che vive situazioni particolari di vita coniugale come sono i separati, conviventi, divorziati e divorziati risposati e tante famiglie e singoli che subiscono condizioni di povertà o ingiuste diseguaglianze sul piano sociale".
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