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TORINO. Natale: Nosiglia, "accoglienza è il dono più difficile e prezioso"

TORINO. Natale: Nosiglia, "accoglienza è il dono più difficile e prezioso"

"L'accoglienza rappresenta uno dei gesti oggi più difficili, perché esige un atteggiamento e una scelta precisa: la gratuità". L'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, si rivolge così alle famiglie dell'arcidiocesi, nella lettera di Natale, invitandole a trasformare le festività in un gesto concreto di accoglienza. "Perché in questo Natale - scrive Nosiglia - non proviamo ad aprire la porta a qualcuno che vive situazioni difficili, di solitudine o di sofferenza ed emarginazione, per dare inizio a un rapporto nuovo di amicizia e di accoglienza meno occasionale e più continuato anche dopo le feste?".

Per Nosiglia potrebbe essere il gesto "di invitare a pranzo un anziano solo o malato, un lavoratore immigrato che ha lasciato la sua famiglia e la sua terra, una ragazza madre o un bambino o un giovane la cui famiglia vive una situazione difficile o l'avvio di un'adozione a distanza". Nosiglia invita ad andare oltre "la mia casa, la mia famiglia, i miei amici, il mio Paese, la mia religione, la mia proprietà. Tutto ciò che è nostro - dice - è un valore e come tale va rispettato, accolto, accresciuto, ma guai a farne un assoluto che chiude il cuore verso chi non rientra nel cerchio ristretto del 'mio' o del 'nostro'. Gesù - conclude - è venuto per insegnarci una via migliore: quella di allargare i confini della nostra casa, famiglia, patria e cultura a tutti coloro che lo desiderano, rompendo steccati consolidati e superando divisioni". 

Natale è il momento per stare in famiglia e con gli amici con cui "gustare la gioia dell'incontro, del dialogo, del fare festa insieme", "non isolatevi davanti al televisore, al tablet, alle consolle di videogiochi". E' l'invito dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ai più giovani nella lettera alle famiglie dell'arcidiocesi in occasione delle festività. Nosiglia esorta bambini e ragazzi a sfruttare questo tempo per "partecipare con gli altri ai momenti di gioco, di conversazione e di amicizia, un tempo anche per stare di più con Gesù".

'Sto alla tua porta e busso', questo il titolo della lettera in cui l'arcivescovo di Torino ricorda il valore del dialogo, dell'incontro. "Spesso - prosegue - in casa è difficile ascoltarsi perché le cose da fare, le parole continue della televisione accesa, anche durante i pasti, impediscono di parlarsi e di ascoltarsi serenamente. Così, a poco a poco si diventa estranei in casa". Per questo motivo, conclude, occorre "riappropriarsi del tempo che si passa in casa, per non disperdere la ricchezza dell'incontro interiore e profondo tra le persone".

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