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17 Novembre 2016 - 18:43
E' terminato con 38 condanne il maxi processo d'appello ai No Tav per gli scontri in Valle di Susa dell'estate del 2011. Le condanne più alte restano quelle a 4 anni e 6 mesi di carcere inflitte in primo grado. Gli imputati erano in tutto 47. Alcuni di loro, insieme al pubblico, hanno accolto la sentenza nella maxi aula 1 del Palazzo di Giustizia scandendo slogan.
"E' stata riconosciuta la legittimità dell'operato delle forze dell'ordine in occasione degli scontri in Valle di Susa di cui ci siamo occupati e, soprattutto, non è stata riconosciuta agli imputati l'attenuante di avere agito per particolari motivi di valore sociale, contro la quale mi ero battuto duramente". Così il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, subito dopo la lettura della sentenza d'appello del maxi processo ai No Tav.
"La sentenza di primo grado non ci piaceva. Questo è un piccolo passo in avanti, ma non è ancora sufficiente". E' il commento dell'avvocato Claudio Novaro, uno dei difensori, alla lettura del dispositivo con cui la Corte d'Appello di Torino ha chiuso il maxi processo ai No Tav.
"Alcune condanne - ha osservato Novaro - sono state ridimensionate. Ci sono stati casi di riconoscimento delle attenuanti generiche e di attribuzione della condizionale. Ma altre condanne restano francamente sproporzionate rispetto all'entità dei fatti e facciamo fatica a capire il motivo.
Bisogna riconoscere il contesto entro il quale maturarono quei fatti".
"La Val Susa militarizzata più dell'intera Torino, della Calabria, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna e dei militari giustamente impiegati per combattere i fenomeni di illegalità nella "Terra dei Fuochi" in Campania. La cartina pubblicata oggi da "La Stampa" sulla distribuzione dei militari in Italia è la cartina di tornasole di come il buonsenso abbia oramai abbandonato chi governa". Lo denuncia Marco Scibona, senatore del Movimento 5 Stelle.
"In Val Susa ci sono 292 militari, più dei 200 impiegati in Campania per contrastare la camorra nella "Terra dei Fuochi", i 256 della Calabria ed i 250 della Toscana, i 150 dell'Emilia Romagna, i 200 del Veneto ed i 218 di Torino", continua Scibona.
"Stiamo parlando di un territorio la Val Susa che conta poco più di 60.000 abitanti e non è giustificata una tale militarizzazione", continua il pentastellato. "Il sindaco di Torino Chiara Appendino con buonsenso ha richiesto di poter avere rinforzi in città, rinforzi per la vera sicurezza urbana che con altrettanto buonsenso si potrebbero acquisire dalla Val Susa ingiustamente criminalizzata in questi anni dagli interessi dei poteri forti che vogliono costruire una opera inutile sul piano della mobilità e dannosa per l'ambiente", conclude Scibona.
Un corteo di No Tav è stato improvvisato a Torino da almeno un centinaio di No Tav subito dopo la sentenza del maxi processo. Alla sfilata ci sono gli imputati e le persone che avevano seguito l'udienza fra il pubblico. E' presente anche Francesca Frediani, consigliera regionale del M5S.
"Le condanne comminate oggi ai No Tav, ridotte in alcuni casi rispetto al primo grado, non contribuiscono comunque ad allentare il clima di tensione in Valle di Susa". Lo sostiene la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Francesca Frediani.
"E' grave che non sia stata ancora riconosciuta l'azione di protesta collettiva di una popolazione contro un cantiere illegale realizzato contro il consenso del territorio - sostiene l'esponente pentastellata -. Solo quando sarà riconosciuto il valore della lotta al Tav come patrimonio comune potremo ritenerci soddisfatti. Nelle aule dei tribunali invece continuiamo a vedere come imputati solo gli attivisti No Tav e non anche coloro che hanno contribuito ad aumentare la tensione pur rappresentando lo Stato - conclude la Frediani -. Questa sentenza non è sintomo di un cambiamento ma un'ulteriore conferma che il Movimento No Tav ha davanti a sé ancora molti anni di lotta per contrastare la grande opera inutile ed illegale".
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