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16 Novembre 2016 - 18:33
Processo
Un campione di latte contaminato dagli effetti di un antibiotico per bovini: questo l'argomento di un processo in corso in tribunale, a Torino, che si concluderà la prossima settimana. L'imputato è un piccolo allevatore, Giuseppe M., 63 anni, per il quale oggi la pubblica accusa ha chiesto la condanna a 1.500 euro di ammenda per violazione di un articolo della legge del 1962 sugli alimenti.
L'udienza di oggi (la seconda) è stata dedicata al rebus dell'origine della contaminazione, che risale all'aprile 2014: "Mi ero dovuto assentare per motivi familiari - ha raccontato l'allevatore - e mio figlio, arrivata l'ora della mungitura, si era accorto che una mucca aveva un problema a una mammella. Così aveva pensato di somministrarle il contenuto residuo di un botticino di antibiotico. Ma poi l'episodio gli è passato di mente". Il compratore del latte (una grossa azienda casearia) ha svolto il rituale campionamento prima del ritiro della partita e ha verificato la presenza di tracce di penicillina superiori al consentito. E' così intervenuta anche l'Asl 2. L'iniezione avrebbe dovuto essere eseguita sotto la vigilanza di un veterinario e, in seguito, indicata in un apposito registro.
"Comunque - ha spiegato il difensore, l'avvocato Daniela Altare - quel campione di latte non rappresentava un pericolo per i consumatori: erano previsti diversi controlli prima che venisse dedicato alla preparazione di alimenti".
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