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01 Ottobre 2016 - 11:04
"Sono stato dipinto come un mostro, ma in realtà non sono così": potrebbe essere nascosto dietro queste drammatiche parole il motivo del suicidio di Wlodzimier Wieslaw Winkler, educatore polacco di 52 anni coinvolto nell'inchiesta per i maltrattamenti a disabili ed anziani nella struttura socio-assistenziale de La Consolata di Borgo D'Ale, in provincia di Vercelli. L'uomo si è impiccato questa mattina nel giardino di casa sua a Cigliano, paese del Vercellese non molto distante dalla "casa degli orrori". Nessun biglietto, ma quelle parole confidate agli amici lascerebbero intendere le ragioni del gesto.
Neanche un mese fa Winkler era stato condannato, con rito abbreviato, a 4 anni e 6 mesi, una delle pene più alte inflitte lo scorso 8 settembre dal giudice per l'udienza preliminare Giovanni Campese ai 18 imputati. Era accusato di maltrattamenti e sequestro di persona.
L'inchiesta della Questura di Vercelli aveva accertato, anche con l'ausilio di telecamere nascoste, oltre 300 episodi di violenze a danni di alcuni ospiti, principalmente anziani e disabili che venivano strattonati, legati o costretti a stendersi a terra, subendo ogni genere di vessazioni e torture.
Le indagini erano partite nell'agosto 2015, dopo la denuncia del padre di una delle pazienti addosso alla quale aveva notato segni inequivocabili di violenza.
Soltanto il blitz della polizia, e gli arresti, lo scorso febbraio, avevano messo fine alle vessazioni. Il resto lo ha fatto la giustizia, con una condanna a 49 anni complessivi di reclusione per i 18 imputati. Erano stati undici quelli che avevano chiesto il patteggiamento, sette il rito abbreviato, tra cui appunto Winkler, mentre un solo dipendente è stato mandato a processo.
Il gup di Vercelli ha condannato gli abbreviati ad una pena compresa tra i 4 anni e 8 mesi, la più alta, ad 1 anno e 6 mesi di reclusione, quella minore; gli undici imputati che avevano chiesto il patteggiamento hanno concordato una pena che varia dai 4 anni e 5 mesi ad 1 anno e 6 mesi di reclusione. Una storia chiusa per la giustizia, ma evidentemente non per la coscienza dell'educatore polacco che, dopo lo sfogo raccolto da alcuni amici, questa mattina ha deciso di farla finita togliendosi la vita.
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