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28 Giugno 2016 - 18:36
Bruno Caccia
Il magistrato torinese Bruno Caccia, ucciso il 26 gennaio 1983, fu vittima di una "controffensiva" di ambienti criminali nella cui orbita ruotavano, fra l'altro, personaggi che "prosperavano vicino alla procura" di Torino. Lo ha detto oggi Francesco Saluzzo, procuratore generale del Piemonte, durante una commemorazione che si è tenuta oggi al Palazzo di Giustizia.
All'epoca, le indagini fecero emergere contatti fra alcuni magistrati torinesi e un pregiudicato che gestiva il bar 'Monique', a pochi passi dai vecchi uffici della procura.
Per il delitto Caccia comincerà a luglio a Milano il processo a uno dei presunti esecutori, il calabrese Rocco Schirripa, mentre un altro calabrese, Domenico Belfiore, nel 1993 è stato condannato all'ergastolo come mandante.
"Noi perdemmo Caccia - ha detto Saluzzo - mentre aggrediva un tessuto criminale insidiosissimo, contro il quale non si era fatto nulla per tanti anni. Oggi si sente dire che di 'ndrangheta in Piemonte non si è mai parlato, ma non è vero: i processi ai suoi protagonisti, così come le indagini su quello che fu il 'patto di sangue' tra calabresi e catanesi, li facevamo già alla fine degli anni Settanta".
Saluzzo ha citato anche gli "ambienti che prosperavano vicino alla procura, con la complicità o la non opposizione di magistrati opachi per non dire di peggio". "La controffensiva" della criminalità aggredita da Caccia "ebbe successo".
La commemorazione (non pubblica) di Caccia è stata promossa dal presidente della Corte d'appello, Vincenzo Soprano. Il magistrato ha aperto l'incontro leggendo un messaggio che qualche giorno fa è stato spedito da un pubblico ministero della procura di Torino, Paolo Borgna, che invitava i colleghi a partecipare: "Caccia, un 'conservatore di ferro' del vecchio Piemonte, ha ancora molto da insegnarci. A cominciare dal senso del dovere. In una famosa intercettazione, un nostro ex collega disse che era stato assassinato perché 'con lui non era più possibile fare neppure una raccomandazione'. Anche per questo merita di essere ricordato e onorato".
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