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07 Marzo 2016 - 15:18
Processo
E' cominciato questa mattina, in tribunale a Vercelli, il processo con rito abbreviato ad Antonio Cangialosi, accusato dell'omicidio preterintenzionale di Matilda Borin, la bimba di 22 mesi morta il 22 giugno 2005 a Roasio (Vercelli), per un forte colpo alla schiena. Dopo l'assoluzione in tutti i gradi di giudizio della madre, Elena Romani, a dover rispondere della morte della piccola è l'ex bodyguard, Antonio Gangialosi. L'uomo, all'epoca compagno della Romani, era il proprietario della villetta dove la bimba morì.
Il processo si è aperto ed è stato subito rinviato al 7 giugno. Il gup ha infatti dichiarato la nullità della perizia sulla frase pronunciata dalla Romani mentre era sola in auto poco dopo la morte della figlia. Un soliloquio entrato nel processo come prova a carico della donna, dove l'accusa coglieva una sorta di confessione, ma la cui trascrizione non aveva trovato d'accordo i periti. La decisione di annullare la perizia, e di farla rifare, è legata alla mancanza di contradditorio tra le parti. Tutte le parti sono state d'accordo nel nominare lo stesso perito, che avrà 60 giorni di tempo per depositare la nuova consulenza.
"Siamo a undici anni dall'inizio della vicenda: lascio a voi ogni considerazione". Lo hanno affermato i legali di Elena Romani, Roberto Scheda e Tiberio Massironi, al termine della prima udienza del processo all'ex compagno Antonio Cangialosi per la morte della figlia della donna, Elena Romani.
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