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20 Gennaio 2016 - 17:57
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Nadia Conticelli (Pd), presidente della Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, reputa "ottimi i risultati della legge sull'autorecupero della case Atc", ma ritiene che siano "ancora troppe le richieste inevase".
La valutazione dopo l'audizione dei presidenti delle tre Atc regionali, Marco Balossino (Piemonte sud), Giuseppe Genoni (Piemonte nord) e Marcello Mazzú (Piemonte centrale).
"Abbiamo ascoltato i vertici delle Atc - spiega Conticelli - per avere chiara la situazione dell'edilizia popolare e gli effetti della legge sull'autorecupero a quasi un anno dall'approvazione. A Torino, 50 appartamenti saranno disponibili entro gennaio, altre 412 sono in attesa di manutenzione e 150 sono in manutenzione straordinaria con i fondi nazionali. A marzo partiranno i lavori altri 49, ai quali se ne aggiungeranno 148 che sono in manutenzione ordinaria. Andranno a costituire una nuova offerta di 250 abitazioni assegnabili entro maggio".
"I dati sono molto positivi - rimarca - oltre al piano di recupero, rileviamo il basso tasso di occupazione abusiva, che al momento riguarda sono solo tre alloggi. Ma a Torino - aggiunge - ci sono circa 10 mila richieste non soddisfatte, numero che sale a 15.616 considerando l'area metropolitana".
"Stiamo lavorando nella direzione giusta - conclude - ma servono altri interventi, come la ristrutturazione di edifici pubblici o demaniali inutilizzati, o anche l'acquisto di nuovi alloggi".
"Dobbiamo trovare risorse per ristrutturare immobili in disuso e soprattutto far acquisire alle Atc immobili sfitti e invenduti da più di 5 anni, da subito utilizzabili per l'emergenza abitativa". Lo afferma il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Marco Grimaldi.
"Noi ci lavoriamo da tempo - dice Grimaldi - e speriamo che altri si lascino ispirare dalle azioni di un ex sindaco di Firenze, non Renzi ma Giorgio La Pira. Un padre costituente, democristiano, che si rifece all'articolo 3 della Costituzione e agli articoli dal 41 al 43, che affermano che l'iniziativa privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Così La Pira requisì le case vuote per darle a chi viveva sulla propria pelle il dramma dell'emergenza abitativa".
"L'esperienza di La Pira - conclude - dimostra che c'è un modo più coraggioso e umano di affrontare l'emergenza abitativa".
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