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TORINO. Falsi invalidi, l'inchiesta è partita da Ivrea

TORINO. Falsi invalidi, l'inchiesta è partita da Ivrea
Rischia di allargarsi l'inchiesta della Procura di Torino sui “falsi invalidi”. Sono almeno duecento le pratiche al vaglio degli inquirenti, che nei giorni scorsi hanno arrestato un medico con l'accusa di avere intascato bustarelle per “oliare” le pratiche per le pensioni di invalidità di dipendenti pubblici. In manette è finito Enrico Maggiore, presidente della commissione medica di verifica del ministero dell'Economia e delle Finanze per il Piemonte e la Valle d'Aosta. E’ stato arrestato in flagranza, mentre incassava una “mazzetta” tra le salviette di un panino che gli aveva passato Enrico Quaglia, medico dentista e consulente per le pratiche. Corruzione, truffa e falso, le accuse contestate dai pm Gianfranco Colace e Laura Longo, coordinati dal procuratore aggiunto Andrea Beconi. L'inchiesta coinvolge medici, infermieri, insegnanti, funzionari di enti pubblici e altre categorie, con l'esclusione delle forze dell'ordine, che hanno presentato domanda di invalidità e prepensionamento nell'ultimo decennio, periodo in cui Maggiore ha presieduto la commissione medica di verifica. Maggiore sarebbe il “facilitatore” delle pratiche: per ottenere la “falsa invalidità”, sarebbero stati sufficienti cinque mila euro, di cui mille a Maggiore e gli altri quattro mila - è il sospetto degli inquirenti - sarebbero serviti per “oliare” i medici compiacenti. I medici indagati, al momento, sono otto, anche se il numero pare destinato a salire. Avrebbero avviato le pratiche, diagnosticando cefalee, insonnie, stress, esaurimeni nervosi, ossia malattie di difficile diagnosi che sarebbero poi finite sulla scrivania di Enrico Maggiore. L’inchiesta, affidata ai Nas di Torino del Capitano Michele Tamponi, è partita dall’esame del caso sospetto di un’insegnante di educazione fisica del liceo Gramsci di Ivrea. La donna, sotto la sessantina, in pensione da qualche anno, era riuscita a stare a casa alcuni mesi per la pallonata ricevuta da alcuni studenti. “L’insegnante lamentava forti mal di testa, poi non è più venuta a scuola”, ricordano oggi alcuni colleghi. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche il caso di un professore di un istituto superiore, sempre di Ivrea, che sarebbe riuscito ad andare in pensione per malattie legate al lavoro. Sotto la lente della Procura anche la vicenda di un’ex impiegata del Comune di Cavagnolo, responsabile della ragioneria, di 58 anni, andata in pensione. La sua storia è tra quelle registrate dalle intercettazioni ambientali nell’ufficio di Maggiore...
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