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TORINO. Crac De Tomaso in tribunale, Rossignolo a processo

TORINO. Crac De Tomaso in tribunale, Rossignolo a processo

De tomaso

Il crac De Tomaso irrompe in tribunale. Il fallimento della storica casa automobilistica torinese sarà al centro di un processo (prima udienza il 23 marzo 2016) in cui l'imprenditore Gian Mario Rossignolo, 85 anni, comparirà fra i sette imputati. Il gup Alfredo Toppino ha accolto tutte le richieste di rinvio a giudizio formulate dal pm Vincenzo Pacileo, che contesta, a seconda delle singole condotte, una catena di truffe, malversazioni e reati connessi alla bancarotta; ci sono stati tre patteggiamenti (a pene fra i 22 e i 24 mesi) e una sentenza di non luogo a procedere per la morte di uno degli indagati.

Fondata nel 1959 dal pilota italo-argentino Alejandro De Tomaso e conosciuta nel mondo soprattutto per le auto sportive, la De Tomaso fu acquisita da Rossignolo nel 2009 dopo una crisi gravissima sfociata nella messa in liquidazione. Ma i tentativi di rilancio naufragarono e nel 2012, pochi mesi dopo la cessione del marchio da parte dell'imprenditore torinese, arrivò pure la Guardia di Finanza.

Rossignolo, che nel processo è chiamato in causa insieme al figlio Gianluca, in un primo tempo sembrava intenzionato a patteggiare: poi, con una retromarcia, ha fatto sapere ai magistrati che si difenderà in aula dicendo parecchie cose e facendo parecchi nomi. Finora le indagini parallele della procura non hanno portato alla luce altre responsabilità. E' il caso di un fascicolo-bis relativo a una operazione che nel dicembre del 2009 portò la De Tomaso ad acquistare un ramo                 d'azienda della Pininfarina. Un flop, secondo gli inquirenti, che aggravò il dissesto: due milioni di euro per attrezzature e materiali obsoleti più l'accollo "spropositato e ingiustificato" di centinaia di dipendenti. Sono stati indagati l'allora assessore regionale Andrea Bairati e l'ad Pininfarina, Silvio Angori, ma lo scorso luglio per entrambi è stata proposta l'archiviazione.

Il crac è costato il posto a novecentocinquanta lavoratori dello stabilimento di Grugliasco (Torino) e a centocinquanta di Livorno. Alla prima udienza saranno oltre duecento quelli che si costituiranno parte civile con il supporto dei legali della Fiom. Lo scorso aprile il marchio è stato acquistato per poco più di un milione dalla cinese Ideal Time Vince (sede legale nelle Isole Vergini, sede operativa a Hong Kong) fra la delusione dei sindacati e della galassia politica piemontese.

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