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13 Agosto 2015 - 16:25
Il 13 agosto 1935 a Molare, dove il Piemonte confina con la Liguria, l'apocalisse: erano le 13.15 in punto quando crollò la diga secondaria e in pochi minuti le sue acque spazzarono via un lungo tratto della valle dell'Orba. La tragedia provocò 111 morti, dimenticati dalla stampa del regime fascisti come tutti gli altri eventi drammatici dell'epoca. A ottant'anni esatti, oggi pomeriggio li ricorda una marcia silenziosa, con i partecipanti uniti da lenzuola bianche, colore della pace.
L'idea è dell'artista e performer giapponese Setsuko, da anni residente nell'Ovadese, dove il crollo della diga per le piogge eccezionali, e i difetti di costruzione dell'opera che era stata collaudata soltanto otto anni prima, distrusse case, ponti, strade e persino la ferrovia.
Per la giustizia, il crollo della diga delle Officine Elettriche Genovesi, costola della potentissima Edison dell'epoca, non ebbe colpevoli. Nel 1938 la Regia Corte d'Appello di Torino assolse tutti gli imputati nonostante i periti fossero giunti alla conclusione che lo sconnesso terreno della sella Zerbino non era idoneo a sopportare la costruzione di una diga.
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