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30 Giugno 2015 - 13:55
Sergio Chiamparino
E' stata depositata in Procura a Torino una consulenza tecnica disposta dai pubblici ministeri Patrizia Caputo e Stefano Demontis nell'ambito dell'inchiesta sulla regolarità nella raccolta delle firme per la lista che appoggiava la candidatura di Sergio Chiamparino alle ultime elezioni regionali.
L'atto verrà mantenuto segreto e non sarà nemmeno trasmesso al Tar, che il prossimo 9 luglio ritornerà a discutere il ricorso elettorale presentato da una esponente della Lega Nord.
Sulla base della consulenza, infatti, i magistrati della Procura dovranno decidere le prossime mosse di un'inchiesta penale che per il momento annovera una decina di indagati.
Il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, ribadisce che se i magistrati non spazzeranno ogni ombra sulla legittimità della sua elezione è pronto a lasciare.
Ma anche a ripresentarsi al giudizio degli elettori. Il punto sul da farsi, in vista del pronunciamento del Tar del 9 luglio sulla vicenda firme, è stato fatto da Chiamparino oggi in un incontro con i vertici del Pd regionale e provinciale, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, a margine dei lavori del Consiglio regionale.
"Dopo una serena chiacchierata - ha detto il presidente parlando con i giornalisti - abbiamo concordato sui percorsi relativi ai possibili scenari che si presenteranno. Rinvii tecnici - ha chiarito - non possono produrre effetti politici, sarebbe molto presuntuoso da parte mia agire in tal senso.
Quando ci sarà la decisione, se spazza via ogni ombra sulla legittimità formale della mia candidatura e della mia elezione, andremo avanti".
Interrogato sulla sua disponibilità a ripresentarsi candidato alla presidenza del Piemonte, in caso di nuove elezioni, Chiamparino ha risposto affermativamente: "visto che sono qui a fare il presidente - ha osservato - è chiaro che la disponibilità c'è". Però, ha concluso, "non siamo a una corsa, dove se c'è una falsa partenza si ritorna tutti ai blocchi di partenza come niente fosse".
Qualora dovessero permanere dubbi sulla legittimità delle ultime elezioni regionali, Chiamparino farà "l'esatto contrario di ciò che ha fatto il mio predecessore Roberto Cota: mettendo la poltrona e il ruolo davanti a tutto, Cota ha gettato il Piemonte nell'incertezza per quattro anni. Se voglio evitare che se ne perdano altri quattro - ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte - non vedo altra soluzione che dimettermi concordando le modalità con il Consiglio regionale e cercando di non interrompere preziose azioni intraprese quali il pagamento dei debiti della Regione".
"Non dimettermi - ha aggiunto - vorrebbe dire far pagare ai cittadini incapacità non mie ma comunque della politica.
Sarebbero quattro anni nei quali si metterebbe a repentaglio quanto di buono è stato fatto in questo anno di governo della Regione".
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