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28 Aprile 2015 - 13:10
Digitalizzazione (foto archivio)
Facevano innamorare donne statunitensi contattate su siti di incontri online e, talvolta dopo avere ottenuto addirittura promesse di matrimonio, spillavano loro denaro con la scusa di essere poveri. Le somme arrivavano poi a Torino tramite money transfer. E' uno dei metodi usati da una banda italo-nigeriana specializzata in truffe informatiche. Il bottino dell'organizzazione, che ha colpito anche in Spagna, Germania, Cina, Belgio e Regno Unito, ammonta a oltre due milioni e mezzo.
Sono 20 le persone indagate, dieci in stato d'arresto e altrettante a piede libero, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal pm Roberto Furlan e condotta dalla guardia di finanza e dalla polizia del capoluogo piemontese, in collaborazione con l'Europol e l'Fbi. La stessa organizzazione si intrometteva anche nella corrispondenza commerciale di alcune aziende fornendo coordinate bancarie alterate in modo che i fondi arrivassero ai suoi componenti. Tra gli arrestati per riciclaggio anche due italiani che comparivano nelle carte e nelle intercettazioni svolte nel corso delle indagini sull'omicidio del consigliere comunale torinese Alberto Musy. I due si erano affidati a un sedicente avvocato, già in carcere per reati fallimentari, in contatto con il gruppo guidato da Francesco Furchì (che non è indagato in questo procedimento ma è stato condannato all'ergastolo per il delitto) che aveva tentato la scalata alla società ferroviaria Arenaways.
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