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TORINO. Università: rettore, "stiamo ponendo rimedio a disagi"

TORINO. Università: rettore, "stiamo ponendo rimedio a disagi"

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"L'indagine affidata all'Arpa aveva ed ha come obiettivo trovare i pericoli per poi eliminarli, proprio per evitare che si determinino situazioni di rischio per la salute delle persone. Sono stati individuati dei pericoli: siamo dunque intenzionati a proseguire nell'analisi e a predisporre i lavori necessari per eliminarli definitivamente".
Lo afferma in una lettera agli studenti e a tutto il personale dell'Università di Torino il rettore, Gianmaria Ajani, indagato dalla procura di Torino per omissione dolosa di cautele in relazione alla presenza di amianto in alcuni punti di Palazzo Nuovo.
"Sono ben consapevole dei disagi profondi che ciò determina a tutti, in primo luogo a chi studia e lavora a Palazzo Nuovo", aggiunge nella lettera Ajani, riferendosi alla chiusura fino al 24 aprile della sede delle facoltà umanistiche dell'ateneo torinese. "A questi disagi stiamo ponendo rimedio - sottolinea - anche grazie alla disponibilità e all'aiuto della Città di Torino, per consentire la prosecuzione di tutte le nostre attività attraverso l'utilizzo di altre strutture". Nella lettera, il rettore Ajani difende il suo operato. "Da quando ho assunto la carica di Rettore, il primo ottobre 2013, mi sono ripromesso di portare a compimento i lavori necessari per rendere Palazzo Nuovo un luogo di lavoro sicuro per studenti, personale tecnico amministrativo e docenti. Ho chiesto e ottenuto dal consiglio di amministrazione - ricorda - di incaricare l'Arpa di una mappatura complessiva di tutti gli immobili dell'Università per verificare l'eventuale presenza di amianto e di altre sostanze potenzialmente nocive". Ajani definisce "questo modo di procedere tuttora corretto - si legge ancora nella lettera -. Ho voluto e attivato questi atti di precauzione, ho voluto e avviato un'analisi obiettiva e trasparente, ho scelto di affidarla a una organizzazione competente e terza. Tutto ciò - sottolinea - non può essere fonte di equivoco, né offrire l'estro per accusarmi dell'esatto contrario: negligenza, poca informazione, superficialità nel trattamento di una questione che ho sempre posto tra le priorità della mia azione di rettore".
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