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TORINO. Firme false: altri 4 avvisi di garanzia

TORINO. Firme false: altri 4 avvisi di garanzia

Sergio Chiamparino

Si estende l'inchiesta della procura di Torino sulle elezioni regionali del 2014. I pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis hanno fatto recapitare un avviso di garanzia a quattro dipendenti della sede piemontese del Pd, in via Masserano. Potrebbe trattarsi, secondo quanto si apprende, di un "atto dovuto", visto che prima o poi sarà necessario svolgere (con le garanzie previste per le persone potenzialmente interessate) una consulenza tecnica. Dimostra, in ogni caso, la volontà dei magistrati di scavare ancora più a fondo nella vicenda. Il nuovo sviluppo precede esattamente di un giorno l'udienza al Tar del Piemonte in cui verranno discussi i ricorsi elettorali, primo fra tutti quello presentato da una attivista della Lega Nord, Patrizia Borgarello. Il futuro della Regione è, per la seconda volta, nelle mani dei giudici amministrativi: la giunta guidata dal leghista Roberto Cota cadde per una questione di firme. L'entourage del presidente Sergio Chiamparino dice che questo è un caso diverso: Cota aveva vinto per pochi voti (e quindi la cancellazione della lista incriminata, i Pensionati per Cota, portò alla cancellazione dell'intero risultato elettorale) ma nel 2014 il centrosinistra ha vinto con un margine molto ampio. Inoltre potrebbero sorgere dei problemi di procedibilità legati alla tempistica del deposito dei ricorsi. L'indagine, innescata da un esposto di Mario Borghezio, riguarda le irregolarità commesse nella fase di raccolta e di autenticazione delle firme di alcune delle liste che appoggiavano la candidatura di Chiamparino. Finora gli indagati erano sette: i consiglieri regionali Marco Grimaldi (Sel), e Nadia Conticelli (Pd), gli ex consiglieri provinciali Umberto Perna, Pasquale Valente e Davide Fazzone (Pd), il presidente della quinta circoscrizione, Rocco Florio, e il suo vice Giuseppe Agostino. Adesso si aggiungono Gianni Ardissone, Mara Milanesio, Cristina Rolando e Carola Casagrande, impiegati del partito. L'ex presidente della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, chiede le dimissioni di Chiamparino. "Ci chiediamo se è ancora tranquillo", aggiunge il Movimento 5 Stelle, mentre Forza Italia annuncia l'intenzione di presentare una proposta di legge "affinché tutte la fasi della consultazione elettorale siano condotte nella massima semplicità e trasparenza". Pronta la replica a chi punta il dito contro il governatore dei segretari regionale e provinciale dei Democrats, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, che esprimono "la massima fiducia nell'operato dei dipendenti del partito e di tutti i volontari sostenitori e autenticatori che hanno raccolto le firme nelle scorse elezioni regionali, grazie ai quali è stata possibile una grande mobilitazione democratica del Pd". E aggiungono che il partito attende "con serenità" l'esito delle indagini della magistratura.    

"Chiamparino è ancora tranquillo?"

  "Chiamparino, fino a qualche giorno fa, sosteneva con sicurezza l'irrilevanza della vicenda firme false. Ci chiediamo se, alla luce dei nuovi risvolti giudiziari, si dichiarerebbe ancora così tranquillo". Così, in una nota, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle in Piemonte commentano i nuovi avvisi di garanzia nell'inchiesta sulle presunte irregolarità nella raccolta delle firme per la lista che appoggiava la candidatura di Sergio Chiamparino alle ultime elezioni regionali. "Intanto siamo ancora in attesa che sporga querela contro Soria - aggiungono gli esponenti pentastellati - per quanto affermato in tribunale e sui giornali. Altrimenti i cittadini saranno legittimati a prendere per buone le affermazioni dell'ex presidente del Grinzane Cavour circa i soldi dati al presidente della Regione Piemonte". I consiglieri regionali grillini chiedono inoltro al segretario regionale del Pd, Davide Gariglio, di "fare i nomi dei responsabili" oppure - concludono - sarà lui stesso ad assumersi la responsabilità dell'annullamento della seconda legislatura in Piemonte nel giro di un anno".    

Sta venendo fuori verminaio

  "Sta venendo fuori un vero e proprio verminaio che i piemontesi non meritano". Così Sara Franchino e Michele Giovine, dei Pensionati, commentano gli ultimi sviluppi dell'inchiesta della procura di Torino sulle presunte firme false". "E' la plastica conferma che i ricorsi sono fondati - aggiunge la Franchino -. Non c'è nessuna tardività ne eccezione fondata per fermarli. E non dimentichiamo che i ricorsi tardivi della Bresso vennero salvati grazie all'istituto dell''errore scusabile': sarebbe iniquo non venisse usata per noi la stessa regola". "Mi ero ripromesso un silenzio sabbatico - aggiunge Giovine, le cui irregolarità nella lista dei Pensionati hanno portato alla fine anticipata della giunta Cota - anche per disintossicarmi un po'. Di fronte a tali sconvolgenti sviluppi, però, non si può tacere: sta emergendo un vero e proprio verminaio che i piemontesi non meritano. Giuliano Soria - conclude riferendosi alle affermazioni del patron del Grinzane Cavour - è universalmente riconosciuta come una persona molto intelligente, non è certo un pazzo".
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