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TORINO. Tav: maxiprocesso, 47 condanne, 6 assoluzioni

TORINO. Tav: maxiprocesso, 47 condanne, 6 assoluzioni
Quarantasette condanne per un totale di circa 140 anni di carcere e sei assoluzioni. Si e' chiuso così a Torino il maxi processo ai no tav per gli scontri del 2011 in Valle di Susa. La sentenza è stata letta dal giudice Quinto Bosio nell'aula bunker delle Vallette. Subito dopo la lettura del dispositivo gli imputati hanno cominciato a leggere una dichiarazione ma i giudici si sono allontanati senza ascoltare. Dal pubblico si è levato il grido "vergogna" poi i presenti hanno cominciato ad intonare la canzone "Bella Ciao". "Questo - ha urlato un imputato - è un processo politico. Non ci seppellirete con queste condanne". "Questa sentenza infligge condanne spropositate e riconosce provvisionali assurde in totale assenza di prove". E' il commento di Gianluca Vitale, uno dei legali degli imputati nel processo                 agli attivisti No-Tav. "Si tratta - aggiunge Roberto Lamacchia, un altro dei legali, di una sentenza già scritta e immaginabile. L'entità delle pene non ha alcun senso". "Non sono state condannate le opinioni, ma le manifestazioni di dissenso che hanno travalicato i confini del lecito": Lo ha detto l'avvocato Anna Ronfani, parte civile per Ltf, la società che si occupa della Torino -Lione, commentando la sentenza del maxi-processo ai No Tav. "Lo dimostra lo stesso dispositivo dei giudici, lungo e articolato. Per leggerlo ci è voluta un'ora. Significa che le singole posizioni degli imputati sono state vagliate con estrema cura e, evidentemente, con grande sforzo in camera di consiglio". "E' una sentenza politica. Le pene comminate dal Tribunale di Torino sono un'ingiustizia, il frutto di un'operazione politica di criminalizzazione della protesta". Così Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc di Torino, sulle condanne di 47 attivisti No Tav. "In tutti questi anni - dice Locatelli - con il brusco irrigidimento delle risposte politiche, la militarizzazione del territorio, l'istituzione delle zone rosse si è voluto scientemente ridurre il conflitto a pura questione di ordine pubblico, a uso della forza, a esercizio dell'azione penale a senso unico". La Val Susa - prosegue il segretario di Prc - è stata trasformata in un laboratorio di repressione. Una strategia irresponsabile che ha inasprito i problemi anziché risolverli. La lotta contro lo scempio e lo spreco di un'opera inutile e devastante andrà avanti più che mai in forme partecipate e popolari. Provvisionali per circa 150 mila euro sono state accordate dalla Corte in favore delle parti civili del processo a carico degli attivisti No Tav. Poco meno della metà andrà al Ministero dell'Interno, mentre somme sono state accordate anche ai Ministeri della Difesa e dell'Economia. Tra le parti civili per cui sono state disposte provvisionali ci sono anche la società Ltf, i sindacati di Polizia e alcuni agenti rimasti feriti nel corso degli scontri.
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