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TORINO. Tav: maxiprocesso; difesa, reato di secessione fa sorridere

TORINO. Tav: maxiprocesso; difesa, reato di secessione fa sorridere

NO tav

Esiste un rapporto di polizia in cui si parlava, nel 2011, della possibilità di valutare per i No Tav il reato di "Attentato contro l'integrità e l'unità dello Stato". Lo ha affermato oggi l'avvocato Claudio Novaro, uno dei difensori dei 53 imputati nel maxiprocesso di Torino per gli scontri in Valle di Susa dell'estate 2011.

L'annotazione si riferisce alla cosiddetta "Libera repubblica della Maddalena", il grande presidio che i No Tav tennero per alcune settimane nel territorio di Chiomonte, dove oggi sorge il cantiere del tunnel preliminare della Torino-Lione, fino allo sgombero del 27 giugno 2011.

Questa ipotesi di reato (prevista dall'articolo 241 del codice penale) non è mai stata contestata ma Novaro ha detto che il fatto che se ne fosse parlato, unito "alle parole pronunciate in questo processo sulla 'perdita di sovranità' di una porzione del territorio dello Stato, induce al sorriso in un momento in cui è la Commissione europea che decide come si vive in Italia, in Grecia, in Spagna".

"La truffa del Tav, un'opera inutile, costosa e devastante per il territorio, contrasta con i principi della nostra Costituzione". Lo ha detto oggi l'avvocato Claudio Novaro in aula bunker, a Torino, alla ripresa del processo a 53 No Tav per gli scontri del 2011.

Il legale ha argomentato così la richiesta di applicare agli imputati la speciale attenuante di "avere agito per motivi di particolare valore morale o sociale".

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