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TORINO. Tav: maxiprocesso; parla la difesa, capire ragioni No Tav

TORINO. Tav: maxiprocesso; parla la difesa, capire ragioni No Tav

Senza un'analisi del contesto "non è possibile capire" né l'andamento né il significato degli scontri in Valle di Susa dell'estate 2011, ora al centro del maxiprocesso di Torino a 53 No Tav, e "la rabbia e la frustrazione di quelle giornate": è cominciato così, oggi, l'intervento del primo dei difensori degli imputati, Claudio Novaro.

"Il movimento No Tav - ha detto - è stato capace di organizzare manifestazioni con 50 mila persone in una valle di 80 mila abitanti solo per rivendicare il diritto a interloquire su una questione, il passaggio del Tav, che riguarda la vita della gente. Eppure bastava un sussulto di un politico di terza fila, magari un senatore del Pd, perché le sue ragioni venissero dimenticate".

Nelle due giornate di scontri in Valle di Susa oggi al vaglio del maxiprocesso di Torino a 53 No Tav "abbiamo avuto un campionario di comportamenti scorretti da parte delle forze dell'ordine": lo ha detto l'avvocato Claudio Novaro, il primo dei difensori che ha preso la parola per le arringhe difensive.

Il legale ha citato più volte l'articolo del codice penale che giustifica "la reazione legittima a un atto arbitrario dei pubblici ufficiali". Ha poi parlato di "lanci fuori protocollo di lacrimogeni anche ad altezza d'uomo", di "intemperanze dei poliziotti", dell'"ignobile episodio della distruzione delle tende" del presidio dei No Tav in località Maddalena di Chiomonte, di appartenenti alle forze dell'ordine che "scagliavano sassi" sui manifestanti.

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