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24 Giugno 2016 - 14:20
carabinieri
Ci sarebbe una seconda persona, una donna, coinvolta nel delitto di Ida Lagrutta, la negoziante aggredita nel suo negozio di compro oro a Novara la sera del 18 novembre 2011 e morta per le ferite dieci giorni dopo. Avrebbe assistito e, forse, anche collaborato al delitto, per il quale ha ammesso le proprie colpe Salvato Stentardo, già in carcere per un altro omicidio, quello di Maria Rosa Milani avvenuto a Oleggio nel 2014.
I carabinieri hanno identificato Stentardo indagando proprio sull'omicidio di Oleggio. Nella cella dell'uomo sono state trovate alcune lettere in cui fa riferimento ad un bottino nascosto, probabilmente quello della rapina al compro oro, e nelle quali alcuni riferimenti espliciti lo collocano sul luogo del delitto nel periodo in cui è avvenuto il colpo.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura di Novara, proseguono per stabilire quale ruolo ha avuto la donna nel delitto.
"Devo ringraziare pubblicamente i carabinieri perché non hanno mai accettato di lasciare senza giustizia mia moglie Ida". Giuseppe Lombardo, il vedovo di Ida Lagrutta, la donna assassinata nel novembre del 2011, commenta così l'identificazione dell'uomo accusato di avere aggredito a morte la moglie in un negozio di compro oro a Novara. "Ha tolto a me e alle mie figlie - aggiunge rivolgendosi al presunto assassino - una persona eccezionale".
"Quella persona la conoscevamo - prosegue l'uomo - Era venuto in negozio più di una volta per lasciare qualche oggetto o per delle piccole riparazioni. Sono sicuro che quella sera mia moglie, che era sola in negozio, gli ha aperto senza problemi. E poi è successo quello che è successo".
"Da allora non passa momento che non pensi a quella violenza - afferma ancora - che ha tolto la vita a Ida e che ha cambiato la nostra. Per fortuna c'è sempre stato qualcuno che non si è rassegnato ad archiviare quel caso: anche questa è una consolazione".
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