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CASTELLAMONTE. Ventura castellamontese ad honorem

CASTELLAMONTE. Ventura castellamontese ad honorem

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Da molte stagioni ormai vive a Chivasso ed è Canavesano d’adozione a tutti gli effetti, ma Nino Ventura non ha nascosto la propria emozione quando, sabato mattina, ha ricevuto la pergamena che lo nomina cittadino onorario di Castellamonte con tanto di firma ufficiale del Sindaco Paolo Mascheroni. E’ stato lo stesso Mascheroni a riceverlo nella Sala Consiliare di Palazzo Antonelli e poi a presiedere una breve, ma intensa cerimonia nel corso della quale gli è stata conferita la cittadinanza onoraria. Le motivazioni sono state ribadite dall’Assessore alla Cultura Nella Falletti, che ha ricordato come Ventura sia stato sempre fra gli artisti più presenti e più apprezzati nell’ambito della Mostra della Ceramica, senza mai creare problemi, ha voluto sottolineare ancora l’Assessore perché, ha chiarito, “E’ un uomo del nostro territorio, ama e lavora la nostra terra rossa, ha creato con essa opere di grande suggestione”. Una di queste, appunto, lo scorso anno Nino Ventura, che ha esattamente un anno in più della sua “amata” Mostra della ceramica, l’ha donata alla città di Castellamonte: si tratta delle tre Muse Melete, Mneme e Aoide, ovvero l’applicazione, la memoria e il canto quali componenti irrinunciabili di ogni arte, un’installazione custodita a Palazzo Botton, anche se Nella Falletti sogna di collocarle in un’area esterna nel centro della città. Le Muse riprendono i temi più cari a Ventura, le raffigurazioni di pesci, soli e fiori, il suo universo mediterraneo e vitalissimo. La terra rossa di Castellamonte è infatti un materiale congeniale a tale “Welthanschaung” e per questo, simbolicamente, ma con un chiaro intento augurale, Nella Falletti ha voluto consegnare all’artista anche un panetto di terra rossa con cui creare altre opere ispirate e suggestive. Magari altri Angeli, come quelli esposti e apprezzati in tutta Europa ed proposti anche in questa 54esima edizione della Mostra nell’antica cappella del Castello dei Conti di Castellamonte, una sorta di visione con quei tre Arcangeli che troneggiano in uno scenario rarefatto e quasi degno di un quadro del nostro migliore Seicento, con quel colonnato dell’altare gravemente assai danneggiato eppure così solenne. O forse con quell’omaggio Ventura creerà altri guerrieri dell’Esercito del Pesce, quelli che invece sono rimasti schierati silenti e imponenti nei giardini dello stesso Castello in queste di apertura della Mostra, un esercito bellissimo e bianco, un inno all’armonia così lontana dalle crudeltà di ogni guerra. Comunque sia, il cittadino onorario Nino Ventura stringe un legame di affetto speciale con Castellamonte, quella città della ceramica e della terra rossa che sono materia viva della sua originale e personalissima arte.
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