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CASTELLAMONTE. Una mostra di alto livello

CASTELLAMONTE. Una mostra di alto livello

Mostra della Ceramica

Sul registro lasciato ai visitatori per apporre firme e commenti, nell’atrio di Palazzo Botton, si scorge un “Complimenti!” vergato in un’elegante e un poco antica grafia. In effetti, l’esposizione di Palazzo Botton propone non solo i lavori di Achille Perilli, vulcanico maestro dell’astrattismo contemporaneo, ma anche una serie di opere di ceramisti del Novecento molto interessanti perché propongono il grande lavorio culturale e produttivo dei primi 50 anni del secolo scorso, con tutti i travagli politici e intellettuali di un’epoca percorsa dai fragori del Futurismo, ma anche dei richiami all’ordine dei razionalisti e dei classicisti. In questi stessi anni, l’industria strizza l’occhio all’arte e ne ottiene seducenti incontri come quelli che portano Giovanni e Ines Grande a lavorare per la fabbrica Lenci con le loro ceramiche policrome prodotte fra il 1929 e il 1935 e soprattutto inducono un rivoluzionario come Rometti a produrre oggetti, sculture, oggettistica e decori per quel triangolo vitalissimo della ceramica che si formò fra Deruta, Gualdo Tadino e la da poco fondata città di Umbertide, un territorio dove lavorarono Corrado Cagli e Dante Baldelli e dove ebbe vita e fortuna il Decò italiano, sincretismo felice e originale fra tormenti futuristi e nostalgie classiche. Al centro della sala loro dedicata, eraltro, troneggia la scultura con quello speciale colore nero che si dice fosse stato ottenuto per un errore di lavorazione degli smalti e che in realtà appare di innegabile eleganza e potenza fin anche per i visitatori meno preparati. Forme e decorazioni con la ceramica si ritrovano anche nelle opere di Galileo e Augusto Chini, mentre Andrea Spadini torna alle intuizioni surrealiste e Antonia Campi lascia intendere quanto sia fecondo lo sguardo degli artisti verso la nascente industria italiana. Al primo piano del Palazzo nobiliare conferma tutto il suo fascino visionario la personale di Achille Perilli, commentata dallo stesso artista, quando spiega che il suo “Distorto”, vaso dalle forme spericolate, nasce da un incontro casuale con l’argilla di Pompei che egli inizia a interpretare quasi con un coinvolgimento sensuale. Siamo nel 1966 e tre anni dopo Perilli ribadirà le sue scelte artistiche respingendo ogni coinvolgimento con le tendenze del modernariato, ribadendo la sua scelta di rottura per l’astrattismo. Un percorso di non facile approccio per i visitatori meno esigenti, ma di sicuro interesse per tutti. A pochi metri nella parallela via Educ la Mostra presenta il meglio della produzione locale. Nel Theatrum Martinetti espongono con quasi 50 opere, alcune già apprezzate, molte inedite, gli artisti che hanno aderito al progetto “Terra che nutre” . Tre piani di ceramica lavorata con passione coinvolgente, mentre si segnala al pianterreno uno spazio per le ambientazioni di splendide stufe dei maestri artigiani castellamontesi abbinate ad alcuni bellissimi pezzi di originale oggettistica con il design proposto dal centro “Interni” , mentre in un altro settore Adriano Design ha curato l’ambientazione dell’ultima generazione di stufe e “Poutager” create dalle esperti mani di Silvana Neri e Roberto Perino per il marchio La Castellamonte. Attraversando la strada si arriva a Casa Gallo e al suo giardino incantato dalle opere di Sandra Baruzzi, Guglielmo Marthyn e Roberto Castellano che ripropongono, filtrate dalla loro fantasia, creazioni in ceramica ispirate ai temi della casa e del nido, del volo e del sipario, della guerra combattuta da un esercito che ispira pensieri di pace. Installazioni originali, pensate in esclusiva per la Mostra che poi prosegue al Castello con una finestra aperta sulla giovane Europa e sull’antica arte lituana della ceramica. Nei meravigliosi giardini espone Nino Ventura, artista eclettico e castellamontese “Honoris causa” con le sue creazioni che hanno il respiro dei monumenti dei tempi degli eroi cari agli dei o la spiritualità dei nostri amati angeli.Molto apprezzate anche le tappe delle sedi espositive private di casa Allaira e del Centro ceramico La Fornace con i loro allestimenti curati e ricchi di spunti di interesse artistico e culturale.
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